Gli “amici miei” della lingua italiana. Tutti insieme appassionatamente i sei eruditi fiorentini che diedero vita all’Accademia della Crusca in principio formavano una allegra brigata dedita alle zingarate, o meglio alle “crusconate”. E così, tra il serio e il faceto, leggendo, componendo e facendo spettacoli – come si legge nel primo verbale di una loro seduta – il sodalizio diede vita a un’accademia divenuta nel corso dei secoli lo scrigno della correttezza della lingua italiana. Correva l’anno 1583 quando un gruppo di letterati e giureconsulti diede vita alla Accademia della Crusca. Nell’uso corrente, semplicemente la Crusca.

Nei mesi scorsi la villa Medicea di Castello che ospita la Crusca si è trasformata in un set cinematografico per girare “La fabbrica della lingua“, primo docufilm dedicato al più importante centro di ricerca scientifica dedicato allo studio e alla promozione dell’italiano. Un’istituzione che si propone l’obiettivo di fare acquisire e diffondere nella società italiana, specialmente nella scuola, e all’estero, la conoscenza storica della lingua nazionale e la coscienza critica della sua evoluzione attuale nel quadro degli scambi interlinguistici del mondo contemporaneo.

Un’avvincente carrellata alla scoperta dell’evoluzione della nostra lingua. Il film di circa un’ora ripercorre la storia della Crusca dalle sue origini nel Cinquecento a oggi, grazie anche a scene di fiction interpretate da attori della Compagnia delle Seggiole di Fabio Baronti, approfondimenti e interviste a personaggi illustri del nostro panorama culturale: lo storico Alessandro Barbero, l’attrice Monica Guerritore, lo storico dell’arte Tomaso Montanari, il presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, i presidenti onorari Francesco Sabatini e Nicoletta Maraschio, e Marco Biffi dell’Università degli Studi di Firenze.

L’anteprima del film, fuori concorso, avrà luogo nell’ambito del 62° Festival dei Popoli in programma a Firenze dal 20 al 28 novembre. La fabbrica della lingua andrà in onda in televisione in una delle maggiori emittenti nazionali. Grazie al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale verrà distribuito a tutti gli Istituti Italiani di Cultura all’estero.

Una ghiotta occasione, dunque, di darsi un’“infarinata” di storia della lingua italiana. Un’opportunità che, visti i tempi di forestierismi imperanti, da salutare come indispensabile. Del resto, Leonardo Salviati, il fondatore della Crusca, si era assegnato lo pseudonimo di Infarinato

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La sostenibile leggerezza dell’esistente tra cronaca, storia e commento – “Buccia di Spritz” di Maurizio Sessa

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