Sono scesi in piazza numerosi, a Firenze, per protestare contro il licenziamento di 422 dipendenti deciso dalla Gkn, lo stabilimento di Campi Bisenzio che si occupa di componenti (semiassi) per le auto. Il ritrovo era alle 9.30 in piazza Santa Croce: lì si erano dati appuntamento lavoratori e cittadini che hanno aderito allo sciopero generale indetto dai sindacati. Su un grande striscione rosso campeggiava la scritta “Insorgiamo“. Fumogeni, cori, slogan scanditi a gran voce. Non sono mancati fischi all’indirizzo di alcuni rappresentanti sindacali.

“Sono dovuti scappare un venerdì mattina con uno stratagemma, come ladri, con un permesso collettivo dicendoci che c’era un lieve calo del lavoro, e che potevamo avere l’anno prossimo problemi a collocare 15-20 persone”, dice al palco Dario Salvetti, delegato Rsu Gkn. “E quando la Regione li chiamava al tavolo di crisi dicevano non siamo in crisi, perché ci chiamate? Non voglio più parlare di questa gente, non si contesta la natura di un avvoltoio, si va avanti, perché per chiuderci così hanno calcolato tutto, devo fargli i complimenti, e siamo ancora dentro al loro calcolo, hanno calcolato le parole di indignazione, ma forse non avevano calcolato che noi entrassimo in fabbrica, e che ci fosse uno sciopero generale, in una piazza così piena. Ma ci hanno studiato, hanno pensato che ci sarebbero stati il Mise, le belle parole, la solidarietà, e finché siamo nel loro calcolo siamo solo un numero, ma io un numero non voglio esserlo”.

I lavoratori, compatti, chiedono il ritiro dei licenziamenti. Si rivolgono al fondo d’investimento Melrose, proprietario della Gkn, ma anche a Stellantis, che acquista i prodotti della fabbrica fiorentina. Dopo diversi interventi, anche dei lavoratori di altri settori, è partito un corteo che si è snodato lungo le vie del centro di Firenze.

“Mi auguro che possa intervenire a livello di massima autorevolezza il presidente del Consiglio Draghi – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella – perché se questa vicenda della Gkn passa indolore con i licenziamenti confermati si può creare un pericolosissimo precedente sui comportamenti dei fondi finanziari che hanno il controllo di importanti gruppi industriali. Quella di oggi – ha aggiunto – è una risposta forte, civile, di democrazia che ha visto i gonfaloni delle città dell’area metropolitana sfilare accanto alle bandiere dei sindacati. Non ho mai visto una grande coesione come in questa occasione tra le istituzioni, i lavoratori, c’è uno schieramento di tutti i sindaci in fascia tricolore che rappresentano altrettante comunità. È un messaggio fortissimo, non solo all’azienda che si è comportata finora in modo inaccettabile, ma anche un messaggio al Governo perché quello della Gkn è un caso nazionale”.

“Noi impediremo la chiusura di questa fabbrica – assicura la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David -. “Devono fare i conti con i lavoratori e con chi li rappresenta. È impensabile che siano fondi e multinazionali a fare le politiche industriali di questo paese. Il governo ha sbagliato a sbloccare i licenziamenti dell’industria prima di promuovere leggi adeguate e politiche industriali. Il settore delle automotive è un settore in trasformazione profonda, il passaggio dall’endotermico all’elettrico è un elemento fondamentale. C’è bisogno di leggi, di politiche industriali, che in questo paese mancano da troppo tempo”.

“In piazza a fianco dei lavoratori di Gkn – ha detto il capogruppo Pd in Regione, Vincenzo Ceccarelli – per dire no ad un atto vigliacco e arrogante che svilisce la dignità del lavoro e per ribadire il nostro impegno, politico ed istituzionale, affinché la Gkn possa ritirare i licenziamenti, restituire il futuro a centinaia di dipendenti, alle loro famiglie, ai lavoratori dell’indotto. Per noi questo atteggiamento nei confronti del lavoro non è accettabile e crediamo che si debbano mettere in atto tutte le misure utili per bloccare i licenziamenti, se necessario, anche modificando la legislazione. Purtroppo la vicenda di Gkn non è un caso isolato ma nell’Italia e nell’Europa dei diritti questi scempi non devono accadere. È importante che le istituzioni, a partire dai Comuni e dalla Regione, siano presenti in piazza e che lavorino insieme nell’interesse dei lavoratori di Gkn, del territorio e nella difesa del valore del lavoro”.

“È troppo facile essere solidali e fare le staffette quando tutto oramai è compromesso – ricorda Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia -. Quando la nostra Regione doveva concretizzare le grandi scelte strategiche o pianificare uno sviluppo industriale coerente dov’erano i politici che si sono assiepati alla Gkn? La risposta è semplice: non c’erano, i risultati sono questi e, mi duole dirlo, se ci saranno cambiamenti, sarà solo l’inizio. La Toscana è tagliata fuori dal resto d’Italia e, di conseguenza, dal mondo. Le aziende che vengono a investire o i nostri distretti di eccellenza (ho visitato di recente Arezzo rilevando anche questa problematica) perdono competitività in un mondo che non è più quello di anni fa dove potevamo vivacchiare. Gkn, che sì ha licenziato in un modo brutale, negli anni ha deciso di investire a Brunico, dove ha trovato condizioni più favorevoli, dove la politica è più concreta e meno ideologica, dove il sindacato è un equilibratore tra i bisogni delle parti, che non devono confliggere, e dove continua ad assumere. Il clima che si è creato, purtroppo anche per colpa della politica, ci riporta indietro di decenni e non fa altro che disincentivare altre aziende dall’investire nel nostro territorio. Dobbiamo sbloccare le infrastrutture altrimenti la Gkn sarà solo la prima di una lunga serie”.

“Chiediamo giustizia e dignità per i lavoratori della Gkn”, afferma il presidente della Toscana, Eugenio Giani. “Le istituzioni, con i loro gonfaloni, sono a fianco dei lavoratori che in questo momento si sentono offesi, come si sente offesa tutta la Toscana. Le istituzioni faranno di tutto per costringere l’azienda a ritirare i licenziamenti”.

“Tutta la Uil è al fianco dei lavoratori della Gkn che oggi scioperano a Firenze in difesa del proprio lavoro”, dichiara in una nota il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bomabrdieri. “Per la Uil è imprescindibile il rispetto delle persone, di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori e per questo continueremo a batterci. Chiediamo al Governo di insediare subito la cabina di regia per monitorare il rispetto dell’intesa raggiunta lo scorso 29 giugno e per evitare, quindi, che le aziende decidano unilateralmente di licenziare senza aver utilizzato gli strumenti messi a disposizione dall’avviso comune”. Inoltre, spiega il leader della Uil, “bisogna impedire che le multinazionali fruiscano di tutti i benefici e di tutte le agevolazioni per il loro insediamento e, poi, scappino via alla ricerca di migliori condizioni. Bisogna fare una scelta di civiltà economica: il solo profitto non può prevalere sulla dignità delle persone e sul valore del lavoro”.

“La vertenza Gkn è importante perché rischia di essere un precedente”, sottolinea il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. “L’idea che paghino i lavoratori, quelli per cui il Paese è rimasto in piedi nel momento più duro, è inaccettabile. Non so perché il viceministro allo Sviluppo economico Alessandra Todde si è arrabbiata, doveva preoccuparsi di non sbloccare i licenziamenti prima di arrabbiarsi. Adesso mi interessa che si difenda il lavoro. Servono proposte politiche – ha aggiunto -. Bisogna pensare a strumenti che costituiscano una barriera protettiva per i lavoratori altrimenti gli slogan ‘Prima gli italianì sono buoni solo per la propaganda”.

Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato, ha detto che “se un’azienda può, senza violare le leggi, umiliare e mortificare il lavoro e i lavoratori, come sta facendo Gkn, allora le leggi che abbiamo non vanno bene. Se crediamo ancora nella Costituzione e nel suo articolo 1, dobbiamo darci delle leggi che difendano il lavoro e la sua dignità dall’economia di rapina condizionata dalla finanza. E questo compito spetta la Parlamento. Contemporaneamente chiediamo al presidente Draghi e al ministro Giorgetti di attivare immediatamente tutte le azioni necessarie per il ritiro dei licenziamenti e per riattivare la produzione in Gkn. Gkn è solo l’ultima di una lista di grandi aziende che abbandonano il territorio fiorentino: non c’è più tempo da perdere, dobbiamo invertire questa tendenza che porta alla povertà”.

Solidarietà anche dal gruppo consiliare della Lega nel Consiglio regionale, che sostiene “la lotta dei lavoratori per la tutela dei diritti e della dignità del lavoro, oggi più che mai minacciata da speculatori globali e fondi d’investimento multinazionali, la cui spasmodica ricerca del massimo profitto ad ogni costo è purtroppo facilitata da una legislazione incapace di porre limiti stringenti alla delocalizzazione selvaggia- Allo stesso modo – aggiunge la consigliera regionale Elisa Tozzi – non possiamo sottacere come ancora una volta, dopo Electrolux, Bekaert e tante altre realtà produttive del territorio, i lavoratori toscani si ritrovino a pagare sulla propria pelle la mancanza di una seria programmazione e pianificazione industriale da parte del governo regionale ed anche come la Giunta non sia assolutamente stata in grado, in questi mesi, di individuare per tempo quantomeno le iniziative da intraprendere in vista delle criticità, ampiamente previste, che si sarebbero concretizzate a inizio estate sul fronte occupazionale”.

La voce dei lavoratori

Foto: Cgil Toscana (Facebook)

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