Una grave perdita colpisce il mondo del fumetto. Dopo una lunga malattia si è spento Andrea Paggiaro, 44 anni, conosciuto da tutti come Tuono Pettinato, pseudonimo che aveva scelto per omaggiare il poeta Jorge Luis Borges, autore di “Biblioteca di Babele”: “È inutile osservare che il volume migliore dei molti esagoni che amministro s’intitola Tuono pettinato, e un altro Il crampo di gesso e un altro ancora Axaxaxas mlö”. 

Nato a Pisa nel 1976, Paggiaro inizia a disegnare da bambino. Legge i Peanuts e Asterix e a scuola si diverte a fare i ritratti dei compagni di classe, oltre che la satira dei prof. Vignette divertenti e ben realizzate che vengono apprezzate e finiscono nel giornalino di classe. Passano gli anni e la passione aumenta. All’università si trasferisce a Bologna, al Dams, e si accorge che i suoi fumetti piacciono anche a persone che non conosce. Intuisce che quella per lui può essere una strada da percorrere, al di là del divertimento. Realizza alcune storie brevi, autoprodotte, e viene notato da alcuni editori, che gli chiedono di pubblicarle.

Collabora con diversi editori e realizza biografie a fumetti di grandi personaggi, oltre ad alcune storie originali sotto forma di strisce, graphic novel, illustrazioni e vignette. Amante della scienza, dedica alcuni lavori ai suoi grandi protagonisti, da Galileo Galilei al matematico Alan Turing, che scoprì il modo per decodificare i codici usati dai nazisti per comunicare. Oltre a queste tante altre bellissime biografie, da Garibaldi a Freddie Mercyry, fino a Kurt Cobain. Con altri colleghi fumettisti fonda un collettivo, i Superamici, con cui lavora e soprattutto si diverte.

Nel 2014 Tuono Pettinato viene premiato come “Miglior Autore Unico ” nella prestigiosa e seguitissima kermesse di Lucca Comics & Games. Nel corso degli anni collabora con diverse riviste, tra cui XL (di Repubblica), Animals e Linus.

In un’intervista ad Artribune Magazine descrisse così il proprio lavoro: “Un fumettista è un gatto che passa la maggior parte del tempo a catturare e uccidere un topo e il resto del tempo a mostrarlo in giro ad amici, parenti, colleghi ed estranei, sperando che possano apprezzare il topo”.

 

 

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