Tommaso Giacomelli

Qualche tifoso Viola può finalmente esclamare “per fortuna è finita”. La stagione della Fiorentina è arrivata alla conclusione e lo ha fatto nel modo più coerente possibile con la sua annata: uno scialbo zero a zero con il Crotone. Ci sono tante attenuanti alla prestazione tutto fuorché brillante della Fiorentina, ma quello che si è visto in casa dei calabresi è sufficiente per non essere affatto allegri. Prima di tutto, la squadra allenata da Serse Cosmi ha subito 92 gol stagionali, record negativo nella storia di tutta la Serie A, ma la Fiorentina è riuscita nella difficile impresa – si fa per dire – di non segnare. Soltanto l’Udinese era rimasta all’asciutto contro i calabresi in tutto il torneo, ma certamente i friulani giocarono una partita migliore dei toscani. La Viola, infatti, ha effettuato un solo tiro nello specchio degli avversari nell’arco dei 90 minuti, mentre Terracciano è uscito dal campo come il man of the match. Gli uomini di Iachini si sono fatti schiacciare da una squadra retrocessa e senza pretese.

Iachini, colui che la presidenza ha osannato e che il gruppo ha glorificato oltre modo per essere l’autore di una salvezza vista come trionfo stagionale, ha messo in campo una formazione indisponente. Maxi Olivera – in scadenza di contratto – titolare dopo anni di latitanza con la casacca Viola e nessuno spazio a chi probabilmente meritava la chance di mettersi in mostra in una partita del genere, come il tanto osannato Montiel.

Uno scampolo di partita lo ha visto anche Kokorin, l’uomo simbolo del mercato di gennaio. Il russo è un fallimento totale, tecnico e sportivo. Bisognerebbe trovare il tempo di ringraziare Prandelli e la sua intuizione di dare fiducia a Vlahovic, altrimenti oggi si parlerebbe – molto probabilmente – di un altro finale di stagione. Questo, invece, non succede perché le lodi vengono sprecate solo in una direzione.

Iachini ha fatto il suo dovere, nulla più. La Fiorentina ha chiuso il campionato a 40 punti, peggior risultato dal suo ritorno in Serie A dopo il fallimento del 2002. Chiuderà la stagione tra il quattordicesimo e il quindicesimo posto in classifica, a fronte del settimo monte ingaggi di tutto il campionato. Se non è un disastro tutto questo, allora quando si può usare questa parola? La Fiorentina torni a essere una società seria e faccia della programmazione il suo orizzonte, per avere un domani migliore e senza critiche.

 

Foto Francesco Mazzitello/LaPresse (ilGiornale.it)

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