Ad alcune persone è stato prelevato il dna per fare degli accertamenti legati al caso del sequestro di Aldo Moro. Gli inquirenti vogliono capire chi si trovava a bordo della Fiat 128 targata “Corpo diplomatico” che bloccò la strada all’auto su cui viaggiava Aldo Moro la mattina del 16 marzo 1978. Quarantatre anni dopo gli esami scientifici potrebbero far emergere nuove verità su quei tragici fatti che sconvolsero la politica e le istituzioni, conclusisi dopo 55 giorni dal rapimento con il ritrovamento del cadavere del leader della Democrazia Cristiana. Si sa che quell’auto era stata rubata, e che a bordo c’era Mario Moretti. Ma oltre a lui chi era salito? Qualcun altro l’aveva rubata, spostata e poi nascosta dopo l’attentato? Sono stati trovati dei mozziconi di sigaretta e da questi si potrebbe risalire a uno o più nomi utili all’indagine. Gli inquirenti hanno prelevato il dna a Mario Moretti, Lauro Azzolini, Barbara Balzerani, Franco Bonisoli, Valerio Morucci, Bruno Seghetti, Anna Laura Braghetti, Enrico Triaca, Rita Algranati, Giovanni Senzani e Paolo Baschieri.

La richiesta di prelievo del dna è stata autorizzata dal gip di Roma per alcuni esponenti delle Br già condannati per il sequestro Moro ma anche per alcune persone vicine all’eversione o militanti veri e propri che però fino ad ora erano stati ritenuti estranei al caso Moro, come ad esempio il criminologo e docente Giovanni Senzani, di Firenze, ex consulente del ministero della Giustizia, e Paolo Baschieri, ex ricercatore di Fisica al Cnr di Pisa. Né Senzani né Baschieri sono indagati.

Cosa cercano di capire gli inquirenti? L’obiettivo è scovare altre persone presenti sulla scena del delitto, rimaste nascoste tutti questi anni. Alcuni profili di dna trovati sull’auto appartengono al proprietario dell’auto e ai suoi familiari, questo è stato appurato, però vi sarebbero almeno sette profili genetici che non sono state identificati. E il ricercato numero uno è l’uomo che si trovava accanto a Moretti durante il blitz.

Quei legami tra Pisa e le Br

Figlio di un noto professore di Medicina, Paolo Baschieri fu un allievo brillante della facoltà di Fisica, ma rimase fin da quegli anni coinvolto nel mondo dell’eversione. Nel dicembre 1978 fu fermato in auto, a Firenze, mentre si stava recando in una città del Nord Italia insieme ad altre due persone, legate all’estrema sinistra. Con lo avevano armi ed esplosivi. Arrestati, furono processati per banda armata. Baschieri si laureò in carcere, a Volterra (Pisa). Tornato in libertà ha lavorato per il Cnr, come ricercatore, fino alla pensione. Come ricorda La Nazione di Pisa a Pisa soggiornò sotto falso nome uno dei capi delle Br, Mario Moretti, nascondendosi nella Casa dello Studente, su lungarno Pacinotti. Era latitante e di certo chi lo accolse (e nascose) non poteva ignorare chi fosse realmente. Sempre a Pisa uno strano furto avvenne pochi mesi prima del rapimento di Aldo Moro: dalla facoltà di Matematica dell’Università fu rubato un lettore elettronico di matrici e la testina rotante di una macchina da scrivere Ibm. Poi si scoprì che alcuni documenti delle Br furono scritti con quel materiale. Altro dettaglio: sulla Renault parcheggiata in via Caetani dove fu trovato il corpo senza vita di Moro furono rinvenuti diversi contrassegni assicurativi che erano stati rubati un mese mese prima in un’agenzia di Pisa.

Il prof ideologo delle Br

Esponente di primo piano dell Br, Giovanni Senzani prese parte al rapimento di Roberto Peci, un giovane la cui “colpa” era quella di essere fratello di Patrizio, il primo brigatista “pentito”. Senzani lo interrogò per settimane e filmò l’esecuzione con undici proiettili. Criminologo e docente, per anni condusse una doppia vita, lavorando per il ministero della Giustizia e operando ai vertici delle Brigate Rosse. Ebbe anche alcuni incarichi universitari a Firenze e Siena.

Giovanni Senzani

 

Giovanni Senzani
Paolo Baschieri

Foto in alto: l’agguato di via Fani (Wikipedia)

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