Due toscani sono stati premiati per il loro forte impegno civile. Enrico Pieri, superstite della strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca), e Valeria Parrini, giornalista di Piombino (Livorno), sono stati insigniti con l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella.

“Le istituzioni, ma anche la gente comune, devono continuare a mantenere alta la memoria”, ha detto Enrico Pieri, 86 anni, dopo aver appreso la notizia. “Se abbiamo vissuto 75 anni di pace e benessere lo dobbiamo anche a chi si è sacrificato da innocente a Sant’Anna di Stazzema, a Marzabotto, nei campi di concentramento: questo non dobbiamo mai dimenticarlo”. Pieri aveva dieci anni il 12 agosto del 1944 quando, nascosto sotto la scala vide morire per mano nazista i genitori, due sorelle, nonni, zii e cugini. Presidente dell’associazione “Martiri di Sant’Anna di Stazzema”, ha donato all’associazione la sua casa di infanzia, la stessa in cui fu sterminata la famiglia, per favorire incontri e dare spazio alle delegazioni di studenti e ricercatori che si recano a Sant’Anna per informarsi e approfondire la conoscenza storica.

“Pieri è un grande esempio per tutti noi e per le giovani generazioni”, ha commentato il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona. “I superstiti della strage, i familiari delle vittime, rappresentano un punto di riferimento costante, incarnando i valori della Costituzione”.

Sessantacinque anni, giornalista del Tirreno, Valeria Parrini è moglie del padre di Ruggero Toffolutti, un operaio morto sul lavoro nel 1998 all’età di 30 anni nell’acciaieria Magona di Piombino, oggi Arcelor Mittal. Nello stesso anno Parrini fonda l’Associazione nazionale per la sicurezza sul lavoro “Ruggero Toffolutti” di cui è presidente onoraria e anima da più di 20 anni. Si batte perché tragedie simili non accadano più. Parrini dedica l’onorificenza a Ruggero, con due semplici ma toccanti parole: “Ciao Ruggè”.

“Mi emoziona – spiega all’agenzia Agi – essere stata individuata fra i tanti esempi presenti nella società civile in materie diverse come ‘un caso significativo di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani per l’impegno ultraventennale sulla sicurezza dei luoghi di lavoro”. Come immagine-simbolo della sua battaglia Parrini sceglie una istantanea di quando salì “su un palco per la prima volta e mi rivolsi a un migliaio di persone in una manifestazione regionale nata dopo l’ennesima morte in fabbrica a Lucca”. Di quel giorno – era il marzo 1999 – ricorda “l’emozione, ma anche la determinazione”.

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