Nel giorno in cui a Firenze si ricordava il 54° anniversario della tragica alluvione del 1966 è partita una mobilitazione che vede coinvolti commercianti, ristoratori, artigiani e piccoli imprenditori sfiancati dalle misure decise dal Governo per contrastare il Covid. Il “Cammino degli inessenziali”, un cammino diviso in dieci tappe per raggiungere Roma il prossimo 13 novembre e chiedere un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Erano diverse centinaia le persone che si sono ritrovate sul Ponte Vecchio per il lancio dell’iniziativa organizzata dall’associazione Ristoratori Toscana, che dà voce a quindicimila aziende in tutta la Toscana. “A Conte chiederemo la possibilità di sopravvivere – ha detto Pasquale Naccari, portavoce del gruppo -. Abbiamo bisogno di sostegni economici, altrimenti tutto il settore del food verrà spazzato via dalle multinazionali e verrà dispersa tutta quella cultura agroalimentare che ha contribuito a rendere grande l’Italia”.

Non ci sono soltanto i ristoratori a dare vita a questa protesta pacifica. Accanto a loro i commercianti, gli ambulanti, gli artigiani, i tassisti, gli operatori Ncc e quelli dei bus turistici ed anche diversi che lavorano di notte nei locali. Una protesta pacifica e colorata, ma con le idee ben chiare: farsi ascoltare da chi governa il Paese e chiedere misure concrete per poter riuscire ad andare avanti. Qualche proposta appare dai tanti cartelli esposti: bloccare le tasse, erogare aiuti a fondo perduto e rimborsare le bollette. Una cosa è certa: in questa crisi drammatica gli incassi sono pari a zero ma le bollette da pagare non aspettano. E la paura di non riuscire a farcela e di poter perdere tutto, soldi, progetti, speranze e tutta una vita di sacrifici e lavoro, è davvero tanta.

La partenza del “Cammino degli inessenziali”

L’arrivo della prima tappa (Firenze-San Casciano, 20 km)

Foto: Ristoratori Toscana (Facebook)

2 Comments

  1. Pero’ scusate la domanda,quando c’era da votare eravate voi in cabina ed avevate l’arma piu’ potente del mondo che e’ poi il voto e cosa fate?Votate ancora la sinistra,che e’ la principale responsabile delle vostre e nostre disgrazie,errare e’ umano ma perseverare ,altro che diabolico

  2. Gilardi Silvia Reply

    Dissidenza sociale, no violenza, aprite tutti come a Lucca e fregatevene delle multe. Rispetto delle norme almeno avrete di che vivere, alla fine se uno viene a mangiare è libero, se una persona ha paura ci sono gli strumenti per restare a casa se necessario. Abbiamo forse intenzione di rinunciare a quasi tutte le libertà e sopravvivere? Meglio un giorno da Leoni che 100 da pecora.

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