A seguito del decreto firmato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, entro 48 ore vengono chiusi gli aeroporti di Milano Linate, Bergamo Orio al Serio, Verona, Firenze, Reggio Calabria e Brindisi. Rimangono aperti gli aeroporti di Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Fiumicino, Torino, Venezia Tessera. Roma Ciampino resterà aperto per i soli voli di stato, trasporti, Canadair e servizi emergenziali.

Nel provvedimento si dispone che, per tutelare la salute dei passeggeri e dei lavoratori, sono assicurati nel settore del trasporto aereo esclusivamente tutti i servizi essenziali. Gli operatori sanitari che prestano servizio presso gli altri aeroporti possono essere da supporto per le esigenze sanitarie di aeroporti o porti limitrofi. .

In questi giorni di piena crisi da coronavirus il traffico aereo è estremamente ridotto. Toscana Aeroporti ha reso noto che nei primi giorni di marzo l’aeroporto di Firenze ha registrato un calo passeggeri del 55% Firenze (170mila passeggeri in meno) mentre Pisa ne ha persi il 52% (258mila passeggeri). Per ovvie ragioni questa riduzione ha ripercussioni anche sui lavoratori. I primi a subire gli effetti sono gli stagionali.

“Al momento attuale – ha precisato Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti – l’incertezza in merito alla stima degli effetti sulla nostra attività è particolarmente elevata in quanto non è possibile prevedere in modo accurato la durata e la portata della diffusione del virus e, conseguentemente, l’impatto sul numero delle cancellazioni dei voli così come per gli altri scali nazionali. L’imposizione di blocchi o di un periodo di quarantena da parte di un crescente numero di Paesi, sta inoltre comportando la cancellazione, per il mese di marzo e per alcune settimane del mese di aprile, di voli su tutti gli scali italiani tra cui, naturalmente, anche quelli toscani – ha evidenziato Carrai -. Alla data dell’11 marzo 2020 la perdita stimata per il solo mese di marzo, tra voli cancellati e riduzione del fattore di riempimento (Load Factor) sui voli effettivamente operati, è di circa 428.000 passeggeri, di cui 170.000 sull’aeroporto di Firenze e di circa 258.000 su quello di Pisa. Per contrastare questa difficile situazione”, il Gruppo Toscana Aeroporti “ha tempestivamente predisposto una serie di contromisure mirate all’adeguamento dei costi alla ridotta domanda di traffico, come le ferie obbligatorie per i lavoratori che non debbano garantire un presidio e, ove possibile, il telelavoro. La società attiverà inoltre le procedure per ricorrere all’istituto della Cassa Integrazione“.

“Storicamente shock esterni hanno comportato una temporanea riduzione della crescita e in situazioni precedenti – anche se non comparabili – (Sars, 11 settembre 2001, crisi economica del 2009 e eruzione del vulcano islandese nel 2010) il settore dell’aviazione si è rapidamente ripreso – ha concluso Carrai – In ogni caso, il Gruppo Toscana Aeroporti è preparato sia dal punto di vista operativo sia economico ad affrontare questa complessa situazione che sta colpendo a livello globale l’industria aeronautica e quella dei trasporti”.

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