Franco Zeffirelli, morto a 96 anni, riposerà nella tomba di famiglia nel cimitero delle Porte Sante, su una delle più belle colline di Firenze, dove si trova la Basilica di San Miniato al Monte, a pochi passi da piazzale Michelangelo. Nel cimitero si trovano le tombe di altri grandi fiorentini: il pittore Pietro Annigoni, l’editore Felice Le Monnier, lo stilista Enrico Coveri, gli scrittori Carlo Collodi (autore di “Pinocchio”), Giovanni Papini, Luigi Bertelli detto Vamba (“Il giornalino di Giamburrasca”), Giorgio Saviane (“Eutanasia di un amore”), Pellegrino Artusi (“La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”), Vasco Pratolini (“Metello”, “Cronache di poveri amanti”, “Le ragazze di San Frediano”; l’attore Paolo Poli, lo storico, lo statista e giornalista Giovanni Spadolini, presidente del Senato, Giovanni Meyer, fondatore dell’ospedale pediatrico Meyer, lo storico Pasquale Villari, il cantante Riccardo Marasco e il produttore cinematografico Mario Cecchi Gori.

L’ultimo desiderio del grande regista prima di morire è stato questo: “Niente fiori, ma un sostegno alla mia fondazione”. Si tratta della Fondazione Zeffirelli Onlus, che a Firenze gestisce il Centro Internazionale per le Arti dello Spettacolo “Franco Zeffirelli”, dove ha raccolto e messo a disposizione di tutti l’intero patrimonio artistico e culturale di una carriera lunga quasi settant’anni. La Fondazione ospita il Museo con l’archivio, nel quale sono confluiti tutti i documenti, dai bozzetti agli studi per gli allestimenti teatrali e cinematografici, dalle note di regia alle sceneggiature, dalle foto di scena alle rassegne stampa, riguardanti l’attività del maestro Zeffirelli nel mondo dello spettacolo, italiano e straniero, dal dopoguerra a oggi. Un patrimonio culturale di grandissimo valore.

I funerali si svolgeranno domani, 18 giugno, alle 11 nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore: la cerimonia funebre sarà officiata dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori. Solitamente i funerali in Duomo sono riservati solo a vescovi, cardinali o sacerdoti che si siano particolarmente distinti per la loro opera pastorale. Per i laici si tratta di un’eccezione: l’ultima volta è stato per le esequie del poeta Mario Luzi, il 2 marzo 2005. In precedenza, il 7 novembre 1977, era avvenuto per il giurista Giorgio La Pira, sindaco di Firenze e uno dei padri della Costituzione.

Zeffirelli fu l’unico italiano nominato “Sir” dalla regina Elisabetta per il suo lavoro di allestimento in teatro e al cinema dei grandi drammi di William Shakespeare, considerato un contributo fondamentale all’opera di diffusione del drammaturgo inglese nel mondo.

Il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli, lo ha ricordato così: “Franco Zeffirelli è stato uno degli esponenti fondamentali della cultura italiana nella seconda metà del 900. Con uno stile inconfondibile, un’estetica molto ricca, quasi barocca. È passato senza soluzione di continuità dal cinema, al teatro, all’opera, alla televisione. Ricordo in particolare produzioni indimenticabili come ‘Fratello sole, sorella luna’ e il ‘Gesù di Nazareth’, di grande innovazione per gli anni 70. Franco Zeffirelli riuscì anche ad essere un artista italiano capace di lavorare a livello internazionale, un esempio a cui il cinema italiano di oggi può far riferimento. La cultura piange oggi uno dei suoi figli più illuminati”.

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