Nei giorni scorsi ci siamo occupati dell’occupazione del liceo scientifico Dini di Pisa. Tra i motivi della protesta degli studenti c’è anche la mancata accoglienza, da parte dei dirigenti scolastici, dell’attivazione di un “cambio di nome” richiesto da uno studente transgender (una ragazza che si sente maschio). Il giovane, sostenuto dai genitori, ha chiesto l’attivazione della “carriera Alias”, ossia che la scuola riconosca la nuova identità e lo iscriva con il suo nuovo nome, diverso da quello che risulta all’anagrafe. La scuola ha risposto picche e gli studenti hanno occupato (anche per questo).

“La nostra – spiega a La Stampa Samuele Badalassi, uno dei rappresentanti degli studenti  – è una scuola molto grande e non ci conosciamo tutti. Ma quando Geremia, che frequenta la quarta, ci ha raccontato la sua storia abbiamo deciso che dovevamo fare subito qualcosa”. Stando a quanto riferisce il giovane la preside avrebbe detto che la scuola “non è pronta per iniziare questo percorso”. Il clamore mediatico probabilmente ha indotto la preside a rivedere la propria posizione: “Dopo aver coinvolto il suo consiglio di classe – spiega Adriana Piccigallo – i cui insegnanti usano il nome da lui scelto, abbiamo in programma di studiare la carriera alias attraverso il nostro referente del progetto sugli stereotipi di genere, per poi presentarla al collegio docenti. C’era già un accordo con i rappresentanti di istituto che mi avevano chiesto di attivare questo percorso”.

Quanto al no iniziale la dirigente spiega: “La mia perplessità era solo nei tempi e nei modi, proprio perché sapevo che questo tipo di percorso era una novità assoluta. Io stessa non ne ero a conoscenza. La delicatezza dell’argomento mi aveva fatto propendere per la riservatezza, mentre invece per quel ragazzo era importante diffondere la sua situazione”.

Il caso finisce in Parlamento

“Voglio esprimere tutta la mia solidarietà allo studente 17enne del liceo Dini di Pisa e alla sua famiglia che sono impegnati nella battaglia per poter aver riconosciuto dalla scuola il suo percorso di transizione – dichiara il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni -. E un grazie va agli studenti e alle studentesse che occupando l’istituto hanno voluto da una parte esprimere il sostegno alla sua richiesta e dall’altra denunciare la posizione insostenibile della dirigente scolastica che ha opposto più volte un rifiuto alla richiesta dello studente e della sua famiglia. Sostenere che ‘la scuola non è pronta’, che la carriera alias sia stata negata perché ‘avrebbe potuto turbare idee ed opinioni di parte dei docenti’, è imbarazzante e inaccettabile. E fa sorgere più di qualche dubbio sull’adeguatezza della dirigente scolastica. La scuola deve favorire l’inclusione, sempre. Penso che il ministro Bianchi, a cui rivolgeremo un’interrogazione in Parlamento, debba attivare subito l’Ufficio Scolastico della Toscana affinché gli ispettori verifichino le ragioni dei ritardi e dei dinieghi che hanno segnato questa vicenda e che non rappresentano certo una bella pagina di inclusione e di rispetto, garantendo – conclude Fratoianni – con tempestività l’avvio della carriera alias del ragazzo”.

 

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