Andrea Cosimi

Più tre sul nono posto e +8 sul quint’ultimo: è questo ciò che esprime la classifica del Pisa dopo dodici giornate ed è questo ciò che conta. Non tanto l’aver perso il primato, non era pensabile di rimanere in vetta con un parziale di tre punti nelle ultime cinque partite, quanto prendere atto di come sia cortissima la graduatoria cadetta. L’epilogo di questo periodo negativo e per diversi innegabili aspetti deludente si è avuto ieri sera, contro il solito inossidabile Cittadella.

Non dobbiamo cadere nell’errore di approssimazione di dare tutta la colpa della sconfitta alla direzione arbitrale però, anche se la condotta della terna è stata fiscalissima contro i neroazzurri (mentre a Pordenone ancora recriminano per come è maturata, proprio a livello arbitrale, la sconfitta a Brescia).

L’espulsione di Nagy è purtroppo sacrosanta, ma quello che proprio non va bene è che Nagy fosse praticamente l’ultimo uomo su una ripartenza avversaria, con un Pisa tutto incredibilmente sbilanciato in avanti. Tourè è stato ingenuo e la sua espulsione è discutibile al pari di quella di Lucca, un Lucca apparso nervoso e che, già ammonito, forse proprio per questo andava sostituito. Ma cerchiamo di rimanere freddi, sono rossi che ci potevano stare, e come dicevo ridurre i motivi della sconfitta alle decisioni del signor Meraviglia di Pistoia e dei suoi collaboratori non ci aiuterebbe per il futuro.

Più utile cercare di analizzare i motivi di questa crisi, perché non usare questo termine sarebbe sbagliato.

Troppi riflettori accesi sul Pisa dopo nemmeno un terzo di partite disputate, siamo a dodici, ne mancano ancora ventisei. Paginate e paginate che possono indubbiamente aver fatto piacere, ma il sospetto che abbiano allentato quella feroce determinazione vista nelle prime sette gare c’è.

Nessuno si senta sotto processo, ci mancherebbe, ma a Crotone, al rientro dalla sosta, probabilmente fu sbagliato lasciar fuori tutti i giovani nazionali (porto l’esempio di Caceres, trentaquattro anni, sceso in campo il giorno dopo un viaggio transoceanico, segnò pure, in Cagliari-Sampdoria).

Con il Pordenone, al di là di come subimmo la rete del pareggio, per tutti i novanta minuti si vide un brutto Pisa, come onestamente ammesso da Mister D’Angelo. E se a Cremona furono i cambi grigiorossi a fare la differenza, con l’Ascoli il Pisa non brillò.

Quello che deve far riflettere è la tenuta del campo ultimamente espressa: le prime giornate il Pisa raddoppiava in tutte le zone del campo, era asfissiante ed omnipresente, aspetti positivi via via scemati da Crotone in poi.

Si tira molto meno in porta e le ripartenze avversarie sono più frequenti, hanno imparato a conoscerci e prevenirci, ma adesso occorre resettare e ripartire con ritrovata incisività e fantasia (potrebbe scoccare l’ora di Cohen?).

Troppe prime pagine anche su Lucca, un autentico talento che deve essere lasciato in pace, libero di crescere con gradualità: sarà un caso, ma da quando i riflettori su di lui sono divenuti quasi ossessivi non segna più e non trova più gli spazi di prima, è troppo solo là davanti, oltre ad apparire meno tranquillo.

In mezzo al campo bisogna serrare le file, perché non può essere un caso che come calano inevitabilmente di intensità Marin e Tourè, autentici cardini della squadra, il Pisa spesso rischi di consegnare il centrocampo agli avversari.

Tutte riflessioni che Mister e Società avranno già fatto, anche in inevitabile ottica di mercato, dove appare sempre più evidente che il Pisa dovrà intervenire con almeno un innesto di spessore per ruolo, per consentire una migliore rotazione della rosa a disposizione.

Ma di qui al mercato troppe sono le partite ancora da disputare, ben otto, e c’è l’assoluta necessità di riprendere non solo il cammino quanto anche recuperare l’umile abnegazione che ci ha sempre contraddistinto.

Di qui a fine anno riceveremo il Benevento, il Perugia, il Lecce e il Frosinone mentre andremo a Brescia, Como, Cosenza e Ferrara, contro la Spal, il 29 dicembre, ultima gara dell’anno.
E purtroppo le gare con Benevento e Brescia saranno fortemente condizionate dalle squalifiche dei tre espulsi a Cittadella. Per questo occorrerà tornare a puntare sull’agonismo, sulla corsa, sulla “cattiveria”, tutte qualità viste e che ci hanno entusiasmato nelle prime sette giornate.

Con il Benevento, domenica venti novembre alle 20.30, dobbiamo interpretare la partita come una finale da vincere, curando in queste due settimane non solo la tenuta fisica ma anche quella psicologica. Il pubblico sarà chiamato a fare la propria parte più del solito, perché mai come ora il Pisa ha bisogno dei tifosi e l’unico obiettivo che conta, a maggior motivo con una classifica così corta e due terzi di torneo ancora da disputare, è primariamente solo la permanenza in serie B.

Niente è perduto, siamo ancora al terzo posto, ma stringiamoci tutti insieme come ben sappiamo fare per tornare finalmente a vincere.

Risultati

Cosenza-Reggina 0-1
Como-Perugia 4-1
Cremonese-Spal 1-1
Ascoli-Vicenza 2-1
Alessandria-Ternana 0-2
Brescia-Pordenone 1-0
Benevento-Frosinone 1-4
Lecce-Parma 4-0
Crotone-Monza 1-1
Cittadella-Pisa 2-0

Classifica

Brescia 24 punti
Lecce 23
Pisa e Reggina 22
Frosinone 21
Benevento, Como, Cremonese e Cittadella 19
Ascoli e Monza 18
Perugia 17
Ternana e Parma 16
Spal e Cosenza 14
Crotone e Alessandria 8
Vicenza 4
Pordenone 3

Prossimo turno

Ternana-Cittadella
Spal-Alessandria
Frosinone-Lecce
Pordenone-Ascoli
Perugia-Crotone
Vicenza-Brescia
Parma-Cosenza
Reggina-Cremonese
Monza-Como
Pisa-Benevento

Foto: Paola Garbuio/LaPresse (ilGiornale.it)

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