Non si sono ancora placate le polemiche dopo la grave aggressione avvenuta sabato scorso a seguito di una partita di calcio giovanile, nella categoria juniores, tra Fiesolecalcio e Rondinella. La partita era stata molto accesa (come spesso avviene non solo tra i più giovani). Soprattutto alla fine, quando un calcio di rigore per la Rondinella ha infiammato gli animi, in campo e sugli spalti. Solitamente tutto finisce lì – o almeno così dovrebbe essere – ma questa volta qualcuno ha pensato di farsi giustizia da solo, andando a punire giocatori, dirigenti e accompagnatori della Rondinella mentre uscivano dal campo sportivo di Caldine (Firenze). Oltre ai bastoni di legno per colpire i “nemici” sono stati usati anche dei caschi. “Sono stati minuti di terrore – raccontano le vittime – e anche la madre di un giocatore è stata gettata a terra”. Due giovani calciatori sono finiti in ospedale. Una spedizione punitiva assolutamente da condannare, che richiede, però, anche una riflessione profonda, a 360 gradi. Perché questo non è più calcio, non è più sport.

Stando a quanto emerso sino ad ora sarebbero una ventina gli aggressori, per lo più locali. Il presidente della Rondinella, Lorenzo Bosi, chiede alle forze dell’ordine di “fare tutto quello che è nelle loro possibilità per risalire ai responsabili di questa vergognosa aggressione. Chiediamo alla Figc di intervenire in modo adeguato per prendere i provvedimenti sanzionatori opportuni”.

Il Fiesole Calcio ha preso le distanze: “La società è vicina a tutta la Asd Rondinella Marzocco, specie ai giocatori che sono stati lesi in modo vergognoso e violento. La società si rende disponibile a collaborare al fine di andare infondo alla questione per identificare coloro che hanno scambiato un pomeriggio di sport per sfogare e sfociare in una delinquenza ingiustificata che è già al vaglio delle autorità competenti. Fiesole non è, e non sarà mai, luogo di aggregazione per questi soggetti, e diffida ogni tipo di violenza”.

Intanto bisogna registrare anche un’altra notizia, solo in parte legata a quanto avvenuto nel triste dopo partita. L’allenatore del Fiesole Calcio, Gabriele Caldieron, si è dimesso. Su Facebook chiarisce il motivo: “La mia figura non deve essere strumentalizzata da nessuno come capo espiratorio di un fatto mosso da una manica di imbecilli e delinquenti. Dalle prime ricostruzioni pare siano coinvolti anche alcuni giocatori della società biancoverde. In questo momento di follia io ero già lontano dall’impianto… ho ricevuto telefonate e pressioni da ogni organo. Per questi motivi, e per ciò che professo sempre sul mio passato arbitrale e la mia professione da giornalista che va contro ogni tipologia di violenza, rassegno pubblicamente le mie dimissioni come allenatore del Fiesole Calcio”.

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