Maurizio Ficeli

Raduno simbolico delle “Sardine” nell’area di via del Brennero, a Pisa, dove sorgerà la moschea. A dire il vero non erano molte, circa una trentina: si sono ritrovate in un terreno, un tempo occupato da uno “sfasciacarrozze”, per un pranzo al sacco (“Un panino per la libertà di culto”) e soprattutto per manifestare il loro sostegno alla comunità islamica di Pisa e sensibilizzare la città sulla realizzazione di un luogo di culto, che ha ottenuto il via libera del Tar ma che ora necessita di una ragguardevole cifra, circa due milioni e ottocentomila euro, affinché il progetto vada definitivamente in porto.

A tal proposito abbiamo intervistato Giovanni Greco, portavoce del comitato delle Sardine Pisane, riguardo al significato di questa iniziativa: “È stata fatta essenzialmente per ritrovarci e per conoscerci, per far vedere alla città che questo è un luogo aperto a tutti ed a tutto, è un luogo di cultura, di idee, di abitudini e di lingue diverse oltre ad un modo per confermare che non siamo chiusi dentro quattro mura”.

 

Greco va dritto al sodo: “Cogliamo l’occasione per incentivare la raccolta di fondi che la comunità islamica sta portando avanti per la costruzione effettiva della moschea. Ancora c’è tanto lavoro da fare (per ora sono state raccolte poche migliaia di euro sulla piattaforma Gofundme, ndr). La nostra azione è quella di sensibilizzare la gente, perché questo è un bene di tutta la collettività e non solo della comunità islamica, garantendo anche un diritto costituzionale, ed usare i canali adatti per arrivare a più persone”.

Abbiamo poi sentito il presidente del Centro Culturale islamico di Pisa, l’imam Mohamed Khalil, entusiasta della sentenza del Tar di alcuni mesi fa e del successivo permesso a costruire ricevuto dal Comune di Pisa. Khalil è fiducioso nella realizzazione della moschea in un tempo che stima in circa due anni: “Questa iniziativa di oggi è stata fatta dai giovani, questo sta a dimostrare la nostra apertura alla città ed al quartiere ed è un terreno di confronto e di dialogo. Riguardo alla questione del Tar siamo ormai avanti, perché il Comune ha dovuto riconoscere la sentenza e nel mese di luglio abbiamo ritirato i permessi per costruire la moschea. Per realizzarla ci vorranno un paio di anni. Stiamo raccogliendo i fondi dalla nostra comunità e poi passeremo a quella nazionale. Siamo fiduciosi, anche se i ritardi causati dal Covid ci hanno creato non pochi problemi”.

Sino ad ora i soldi raccolti dalla comunità islamica pisana sulla piattaforma Gofundme sono appena 8.356 euro, a fronte di 138 donatori. È probabile che altri abbiano versato delle somme alla comunità senza passare da internet. A occhio, però, siamo ancora molto lontani dai 2,8 milioni di euro necessari. L’imam Khalil parla di una raccolta fondi nazionale. Vedremo se sarà sufficiente o se servirà anche un aiuto dall’estero (e da chi arriverà).

Maurizio Ficeli

 

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