L’ex parroco della chiesa dell’Annunciazione alla Castellina a Prato, don Francesco Spagnesi, arrestato il 14 settembre scorso perché avrebbe comprato droga per poi spacciarla in alcuni festini a luci rosse, ha chiesto di patteggiare una pena di tre anni e 8 mesi. La procura di Prato ha espresso parere positivo. La richiesta dovrà passare al vaglio del gip. Il religioso è accusato anche di aver sottratto denaro alla sua parrocchia truffando i suoi fedeli: gli ammanchi sono stati calcolati in 130-150 mila euro. L’uomo si trova ai domiciliari in un luogo protetto.

Penalmente l’accusa più pesante riguardava la possibilità che don Francesco avesse taciuto malattie sessualmente trasmissibili ai suoi partner. Ma è caduta dopo che gli esami medici hanno escluso che il compagno del sacerdote sia positivo all’Hiv. Il sacerdote ha ammesso le proprie responsabilità per quanto riguarda la droga, ossia lo spaccio e il traffico internazionale per l’acquisto di Gbl (la “droga dello stupro“). E si è assunto pure ogni addebito per l’appropriazione indebita dai conti della parrocchia e la truffa per farsi dare i soldi dai fedeli con la scusa di aiutare i bisognosi.

Sulla base di questi capi d’accusa, tenuto conto delle attenuanti (a partire dalla collaborazione con gli inquirenti) la pena sarebbe pari a 5 anni e 2 mesi. Bisogna però applicare lo sconto di pena di un terzo, come spiega il Corriere fiorentino, dovuto al fatto che si tratta di un patteggiamento in corso d’indagine: il conteggio finale dunque è pari a tre anni e 8 mesi.

La possibilità di patteggiare la pena è stata concessa anche al compagno del prete: tre anni e 2 mesi in totale, che con lo sconto e le attenuanti diventano 2 anni e 1 mese. Se il gip accoglierà la richiesta don Francesco potrà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali, oltre che in una comunità terapeutica per curare la propria dipendenza. Il processo canonico dovrebbe iniziare presto.

I messaggi con cui il prete raggirava i fedeli per raccogliere soldi e comprarsi la droga

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