Tommaso Giacomelli

Non succedeva dal 2018, la Fiorentina vince la sua terza partita consecutiva in trasferta. Lo fa in un modo cinico, determinato e sofferto. L’1 a 0 di Udine, firmato da Dusan Vlahovic su calcio di rigore è l’ennesimo manifesto che qualcosa è cambiato, che una certa pagina è stata svoltata. La Fiorentina dello scorso anno questa partita non l’avrebbe portata a casa, mentre oggi fa bottino pieno.

La Viola di Italiano sveste il suo abito di festa e indossa quello da lavoro pesante, quello comodo per i mestieri di fatica. Sul campo è proprio la fatica delle tre partite in una settimana che si fa sentire, specie per i gigliati, nonostante i due giorni di riposo in più rispetto all’Udinese. Il gioco proposto dall’ex tecnico dello Spezia è molto dispendioso, ma lo stesso allenatore è bravo a dare spazio a tutti quanti, quindi quando nel secondo tempo c’è bisogno di forze fresche, entrano sul rettangolo verde giocatori che finora hanno avuto un minutaggio molto basso.

Sempre Italiano ha dimostrato di non essere un integralista del suo dogma tattico e quando Gotti ha cambiato modulo, il coach della Fiorentina non ha avuto paura a buttare nella mischia anche cinque difensori, pur di difendere la sua vittoria. Una difesa dei tre punti che passa anche – e soprattutto – dai guantoni di Dragowski, bravo in moltissime e occasioni e sicuramente il migliore in campo per distacco. Il polacco mette così a tacere le varie e ingiuste critiche a lui pervenute negli ultimi tempi.

La Fiorentina vola a 12 punti in 6 partite, un inizio veemente che la colloca nelle parti nobilissime della classifica, grazie a un ruolino di marcia da vera macchina da trasferta. Adesso, tocca affrontare il Napoli capolista a Firenze, provando a fare uno scherzetto alla banda di Spalletti per continuare a restare fra le stelle di questa Serie A.

Foto: Fotogramma (ilGiornale.it)

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