Ilaria Clara Urciuoli

“Con l’occhio della mente”: questo il titolo della personale su Andrea Bianchi che si inaugurerà lunedì 18 settembre alle 19 a Lucca nella sede di Palazzo Guinigi. Quaranta quadri realizzati in momenti diversi (il primo nel 1974, gli ultimi nel 2021) ci permettono di avvicinarci a questo pittore lucchese la cui personalità viene fuori durante l’esposizione attraverso temi e tratti riconoscibili. Se il titolo della mostra fa riferimento all’occhio, sicuramente responsabile del processo di decodifica e interpretazione della realtà, non si può non sottolineare lo stretto legame che unisce il suo sguardo-identità alla meccanica del gesto. Gesto rapido, istintivo, estemporaneo. Il tratto si allunga e si moltiplica in un’accelerazione che è bisogno comunicativo urgente, improrogabile. Le linee si inseguono definendo velocità cittadine così contemporanee che sembrano contrastare (all’interno di uno stesso quadro di riferimento stilistico) con l’eternità senza tempo delle ampie vedute dell’Amazzonia o i sottoboschi illuminati da luci vive o pacatamente assopiti in toni tenui. Eppure, oltre questa dicotomia città/natura vergine, riconosciamo la personalità complessa di un uomo che si muove nel presente, talvolta – pare – fuggendo a esso e alla frenesia del mondo, talvolta rimanendone affascinato.

Colpisce nei quadri l’evidenza della complessità del reale che si manifesta nella molteplicità dei tratti che si susseguono creando piani diversi. Eppure tale complessità si sviluppa nel senso di ordine che emerge nell’economia del dipinto a volte già a un primo sguardo, a volte dopo un’osservazione più posata. Sono proprio i paesaggi, uno dei temi molto ricorrenti nella pittura di Bianchi, a essere portatori di questo complesso ordine. Paesaggi spesso brillanti, paesaggi “plurali” vista la ricchezza che li caratterizza, paesaggi concreti e, nella loro concretezza, allusivi a dimensioni altre rispetto a ciò che rappresentano. Si percepisce, infatti, dietro molti dei quadri esposti l’intensità del pittore, il suo essere ispirato.

Altro tema su cui Bianchi ritorna più volte nel suo percorso artistico è il nido, spazio naturale e privato, custode di ciò che conta. Nelle sue diverse realizzazioni questo vortice che spinge al cuore luminoso di sé rappresenta – forse – un’intimità preziosa all’interno della quale potersi riconoscere e creare.

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