Un murale dipinto dai ragazzi di un liceo artistico nell’ambito di un progetto che coinvolge studenti adolescenti ha fatto scoppiare una dura polemica in provincia di Siena. Siamo a Castelnuovo Berardenga, per l’esattezza nella frazione di Quercegrossa. Lorenzo Rosso, dirigente provinciale e nazionale di Fratelli d’Italia, denuncia la presenza di simboli transgender nel murale. “Con la scusa del progetto di ‘riqualificazione degli spazi urbani’ – scrive su Facebook – l’assessora del Pd Martina Borgogni, con furore ideologico e non nota per azioni che interessino i fatti concreti dei cittadini, ha fatto vergare a dei ragazzi alunni di scuola, disegni con simboli transgender con la grande scritta ‘noi non ci censureremo per confortare la vostra ignoranza’ dando dunque dell’ignorante ed offendendo pubblicamente in tal modo chi non la pensa come la teoria gender ed il disegno di legge Zan”.

Rosso prosegue rivendicando la propria linea: “Siamo contrari alla ideologia gender. I ragazzi non si toccano con ideologie estreme ed è anche per questo che nessuno ha voluto il fallimentare Ddl Zan, stralciato dai lavori parlamentari perché destinato ad una sonora e naturale bocciatura. In particolare in un disegno di tale “riqualificazione” voluta dalla giunta di sinistra è tracciato il simbolo noto come quello “transgender”. Una vicenda incredibile che porteremo all’attenzione del Prefetto di Siena ed in consiglio comunale chiedendo le dimissioni dell’assessora. La giunta piddina Nepi, nota per il suo immobilismo, pensi davvero alle riqualificazioni urbane”.

Nella sezione del Pd di Castelnuovo Berardenga si lavora già per sostenere Enrico Letta, candidato nelle elezioni suppletive per il seggio alla Camera lasciato libero da Pier Carlo Padoan. L’impegno assorbe a pieno le energie di iscritti e simpatizzanti dem. Senza mai dimenticano le radici. La sezione, infatti, è dedicata a Nello Cinotti, classe 1885, che nel gennaio 1921 partecipò al Congresso di Livorno che diede vita al PCd’I, poi Partito Comunista Italiano. Il Pci non esiste più ma, da queste parti, nella campagna senese, la memoria storica è ancora molto forte.

1 Comment

  1. Vabbé, non sono propriamente bimbi di tre anni, tipo il figlio adottato dalla Theron, che da quell’età lei ha voluto trasformare in donna. Sono dei poveri bischerelli che cercano di trovare un’identità e un gregge di cui far parte e sbraitare qualcosa contro il mondo degli adulti, e lo fanno con quello che oggi passa il convento. Le scemenze gender fluid hanno la stessa valenza identitativa dei pantaloni a zampa di cavallo capelloni e camicie variopinte, dei capelli a spazzola colorati dei punkettari, del poster del Che per i tupamaros in pantofole, dei giubbini di pelle e dei piercing per i metallari, e chi più ne ricorda più ne metta. Come sempre stupidaggini pseudo-individualizzanti e ideali piagnucolosi da supermarket di mocciosi a pancia piena totalmente etero-diretti, di cui prenderanno consapevolezza solo in età matura, e che nel frattempo portano tanto consenso e soldi al mondo del potere e ai mille fantocci esibiti nei suoi circhi.

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