Il Governo, attraverso il ministero dello Sviluppo economico, ha convocato un tavolo per discutere della crisi che ha portato al licenziamento di 422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze). Convocati dal ministero i vertici dell’azienda, i sindacati e il sindaco di Firenze Dario Nardella. Il licenziamento, com’è noto, è avvenuto senza alcun preavviso. Una modalità che lascia perplessi e induce a molte riflessioni. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parla di “logica da Far West”. La Cisl invoca un intervento di Palazzo Chigi contro “questa ennesima barbarie”. Vibranti proteste da tutte le forze politiche. Enrico Letta (Pd) osserva che “l’intero sistema Paese – governo, Confindustria, imprese, sistema istituzionale – deve rendersi conto che se questo è l’andazzo dopo il 30 giugno, noi dobbiamo rivedere la norma” sullo sblocco dei licenziamenti. “Quello che trovo incredibile – aggiunge – è che quando la proprietà è inafferrabile finisce sempre male. È inaccettabile”. Il senatore di Leu, Nicola Laforgia, parla di “vicenda vergognosa” e presenterà un’interrogazione al ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Per la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, “una crisi aziendale non può trasformarsi in un massacro sociale”. La Lega attraverso la deputata Donatella Legnaioli  sottolinea che “una azienda può vivere un momento di crisi o un calo di fatturato. Ma nulla giustifica la mancanza di rispetto e della dignità verso chi per quella azienda lavora e produce: i problemi si affrontano sui tavoli preposti, non via mail. Pronta una interrogazione parlamentare per chiedere al ministro Orlando di intervenire immediatamente su questa vicenda vergognosa”.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, sottolinea che “la legislazione italiana deve cambiare, deve adeguarsi. Oggi non hai più davanti degli imprenditori. In questo caso la logica che ha portato a dire ‘si chiudè non è una logica di produzione, è una logica finanziaria”. La fabbrica di Campi Bisenzio, infatti, è di proprietà della Melrose Industries, un fondo d’investimento finanziario. “Del resto, anche nei brevi contatti che abbiamo avuto con gli esponenti locali della Gkn – prosegue Giani – il ragionamento che viene fatto è di una riorganizzazione aziendale, ma questa è una cosa che non può esistere in una situazione come quella di oggi. Quindi un adeguamento della legislazione e un codice etico che debba essere rispettato con sanzioni moto forti se non rispettato, è necessario, e ci attiveremo per questo come Regione”.

Anche Dario Nardella pone l’attenzione sulle leggi da modificare. “C’è anche un aspetto di legislazione su cui dobbiamo intervenire – ha detto in un’intervista a Controradio -. Ne ho parlato ieri con la viceministra Alessandra Todde. Ci sono probabilmente degli aspetti della legislazione italiana che si possono rafforzare, per prevedere penali più dure contro gruppi industriali che delocalizzano senza sufficienti ragioni. Dobbiamo anche verificare quali e quanti aiuti, sostegni, contributi pubblici ha avuto la Gkn, per intraprendere azioni anche molto dure contro questo gruppo”.

“La proroga del blocco dei licenziamenti sarebbe stata utile, ma la drammatica vicenda della Gkn è l’ennesimo frutto avvelenato di un problema strutturale”, dice Stefano Fassina (Leu) in un’intervista a Radio Radicale. “Come ha accennato Maurizio Landini, la Gkn delocalizza, non termina l’attività produttiva. Èsoltanto l’ultimo di decine di migliaia di casi di delocalizzazione. Molto probabilmente anche nel caso dell’azienda di Campi Bisenzio, la de-localizzazione è verso uno Stato dell’Unione europea, non in Vietnam. È deprimente ascoltare qualche leader politico fare appello alla coscienza del management dell’azienda o irritarsi per il modo vigliacco di comunicare i licenziamenti. Se costruisci il mercato unico europeo senza alcuna regolazione protettiva del lavoro e con tassazioni da paradiso fiscale alimenti la delocalizzazione verso Stati europei dove il costo del lavoro è un terzo o un quarto di quello degli Stati a welfare strutturato e determini dumping sociale e fiscale. In sintesi, svalutazione del lavoro. Invece di ipocrita indignazione, servono radicali correzioni delle direttive Ue per incisivi interventi di regolazione dei movimenti di capitali, merci, servizi e persone dentro il mercato unico europeo. E’ sempre più insopportabile ascoltare interventi retorici contro la disuguaglianza senza riconoscerne le cause e programmare, consapevoli delle difficoltà della sfida, correzioni”.

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a Sky Agenda osserva che sulla vicenda Gkn il governo “deve usare rapidamente i soldi del Pnrr per una strategia di reindustrializzazione del Paese, va fatto subito”.

Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale toscano, punta il dito su Giani e Nardella: “Quando saranno impegnati al tavolo di giovedì assieme al viceministro Todde per la questione Gkn, è bene che battano i pugni affinché il loro Governo si impegni a proteggere gli asset strategici del Paese. Quanto avvenuto a Campi Bisenzio è gravissimo: non si possono licenziare 422 persone con un click! Si tratta però della conseguenza di un sistema-Paese che non regge più. Da decenni denunciamo il fatto che in Italia le multinazionali possono venire a fare quello che vogliono, sfruttando il know how delle nostre maestranze. È ridicolo che Giani e Nardella parlino soltanto adesso nella necessità d modificare la legge nazionale, è come piangere sul latte versato! Che cosa ha intenzione di fare il Mise per un asset strategico come quello dell’automative affinché un caso GKN non si verifichi ancora? Ci auguriamo che il settore automobilistico, non faccia la fine di quello dell’acciaio che attende risposte concrete da parte della politica ma che negli anni ha solo ricevuto vane promesse!”.
 

Foto: Mobilitazione alla Gkn di Campi Bisenzio (Cgil Toscana, Fb)

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