Una maestra ha sentito degli strani rumori provenienti dal soffitto. Così, per istinto, ha fatto uscire i bambini che in quel momento (alle 17.30 di mercoledì) erano ancora presenti all’interno dell’asilo nido privato “L’isola che non c’è” di Livorno, in via Michon. Poco dopo è venuto giù tutto. Il cedimento della terrazza che fa da tetto ha interessato le aule dell’asilo e l’ingresso. Poteva essere una tragedia, visto che la struttura può ospitare fino a 50 bambini (dai 3 mesi ai 3 anni). Quando è avvenuto il crollo c’erano solo quattro bimbi e le loro maestre. Si trovavano tutti in un’altra ala, che non è stata sommersa dalle macerie.

Alessandro Perini, consigliere comunale della Lega, a gran voce chiede sia fatta piena chiarezza su quanto è accaduto: “È assolutamente doveroso accertare le responsabilità per quanto accaduto e capire quale attività di controllo viene svolta dagli uffici competenti. Un approfondimento è ancor più doveroso considerato che il Comune paga il privato per mandare i bambini in quella struttura. La trascuratezza delle strutture e qualsiasi pericolo per i bambini sono assolutamente inaccettabile, gli asili devono essere luoghi accoglienti e sicuri”. Queste parole di buon senso sembrano scontate, talmente dovrebbero (i controlli) essere la norma. Sfortunatamente, però, non è così.

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