18 giugno 1892. Uno sbuffo più denso di vapore, un sincronizzato sbattere di sportelli, un sibilo penetrante e il trammino si avviò giovanilmente sferragliando. Un caso, la scelta del giorno dopo la festa di San Ranieri – gran viaggiatore di terra e di mare – per l’inaugurazione della ferrovia Pisa –Marina? (…) Tredici km in quarantadue minuti (sulla carta)! Una scheggia. A chi importava se squassava la pancia, rintronava la testa, affumicava viso e bronchi? Il treno scoperchiava un mondo di emozioni nuove, l’euforia di scorribande verso l’avventura del mare. Eccolo lì il mare! Eccolo più vicino anche per chi dall’entroterra si avventurava sui binari della Pontedera-Pisa a bordo di vaporiere che arrancavano lemme lemme, scalcinate e scalcagnate. Popolarmente battezzate “Stràsciapoveri”. La tratta (…) finalmente sboccava verso il mare grazie alla prosecuzione della linea litoranea. (…) Una storica nomenclatura nostrana personificava le locomotive: Galileo Galilei, Leonardo Fibonacci, Niccolò Pisano… Ma di tutte la più famosa, la locomotiva per eccellenza e per antonomasia, (…), fu la “Camilla del Lante”. Per i marinesi e i pisani, ancora oggi, la “Cammilla”. Con due emme. Leggendaria. Una persona di famiglia. Una Santa? Una studiosa insigne? Un’artista? Macché. Una gran bella figliola di Pisa (una bimba “di bracciata”?). Alla fine del ‘400 si immolò per la causa della libertà cittadina calpestata dai fiorentini. Come? Sotto le lenzuola. Del comandante nemico (che finì col perderci la testa, nel senso del boia). Un bell’impegno. Ma gli sforzi amorosi della fanciulla Camilla non superarono quelli della locomotiva omonima ogni volta che lasciava il capolinea (…). C’era di inerpicarsi sulla rampa del ponte di ferro sopra il bastione Stampace e il fosso dei Navicelli, oggi interrato, vicino al Sostegno. (…) Ma normalmente, una volta superato l’ostacolo, la vaporiere prendeva l’abbrivio e agilmente scendeva per la via Vecchia Livornese, salutava con fischi e sbuffi le fornaci del Caverni e del Mariani e si lanciava dritta dritta sulla strada dell’Argine Comunale o “Vione Vecchio di Marina”, che accompagnava il fiume fino a Boccadarno. Più correva verso il mare e più gli alberi si inchinavano al libeccio, più la terra si imbiondiva di sabbia. Fra i pennacchi di fumo si allargava il respiro verde dei boschi. Oltre la vena del fiume, la chiostra compatta di san Rossore in fuga. Si indovinavano le case di Poldo, la bilancia della Regina, i cavalli bradi in corsa, i dromedari lenti. E il lampeggiare di giunchi tra acque morte. E foreste innamorate di vento”.

Questa bella pagina descrive i primi viaggi delle locomotive a vapore ed è scritta da Paola Pisani Paganelli (A Marina sul Trammino, Felici editore, 2007, pagg. 37-39), grande appassionata della memoria storica locale. Oggi, grazie alla pista ciclabile, è possibile ripercorrere facilmente il percorso che faceva il trammino, non quello a vapore, ma quello elettrificato che venne inaugurato nel 1932. Percorso che “si differenziò decisamente dall’originario, inoltrandosi non più nel viale D’Annunzio, ma piegando in mezzo alla campagna coltivata e ai boschi a distanza parallela dal corso dell’Arno. Oltrepassato San Piero, poi la “Fornacina”, superata Boccadarno, il trenino con una curva evitava il centro abitato di Marina e rivedere o immaginare quello che vedevano i primi viaggiatori che da Pisa andavano al mare” (pag. 79). Il Trammino finì la sua carriera nel 1960.

Grazie alla lungimiranza degli amministratori locali (gli assessori Paolo Pesciatini e Raffaele Latrofa) un pezzo di quella storia tornerà a Marina di Pisa, la locomotiva Dante Alighieri farà bella mostra di sé in Piazza Baleari a partire da quest’anno, a settecento anni dalla morte del Sommo Poeta. Ne parliamo con Fabio Vasarelli autore di alcuni saggi sul tema del trammino e cultore di storia locale.

Come è stata ritrovata la locomotiva Dante Alighieri?
“La storia di questa locomotiva è abbastanza nota agli addetti ai lavori, ma era stata vista l’ultima volta a Rimini nel 2010, durante una esposizione. Si è saputo che il proprietario, un industriale del padovano, non contento delle condizioni di abbandono della macchina concessa in comodato d’uso, se l’era ripresa e l’aveva posizionata al chiuso in un suo capannone. Questo fatto mi è stato segnalato nell’aprile del 2019 e subito ho avvertito il Comune di Pisa dell’occasione di poterla riavere. La “Dante Alighieri” è la n.3 delle prime 6 macchine acquistate dalla società P.P.C. di Pisa per l’esercizio della tranvia Pisa-Pontedera (dal 1844) e poi della tranvia Pisa-Boccadarno (dal 1892). L’anno di costruzione risulta essere il 1883, presso la ditta tedesca Henshel e Sohn di Cassel. Le vicende di questa locomotiva sono piuttosto burrascose, ma l’hanno salvata dalla demolizione, la sorte toccata a tutte le altre locomotive delle nostre tranvie negli anni Cinquanta, compresa la gemella n.6 “Camilla del Lante”. Negli anni Venti è stata ceduta al servizio della ferrovia mineraria di Monterufoli, nella nostra provincia, per poi finire nel bolognese, alla tranvia Bologna-Cento. La ritroviamo nel dopoguerra allo zuccherificio di Rieti e poi in Veneto, in uno zuccherificio della stessa precedente proprietà. Finisce nelle mani della ditta Ferrato a metà degli anni Ottanta, acquistata per la demolizione, che però non avviene. La locomotiva riappare in qualche esposizione storica (Rimini) e rientra nel padovano fino all’accordo con il Comune di Pisa che la riporta a Pisa”.

Paola Pisani Paganelli nomina quattro locomotive e manca proprio la Dante Alighieri. Quante erano?
“La prima dotazione fu di 6 macchine gemelle: n.1 Vittorio Emanuele, n.2 Galileo Galilei, n.3 Dante Alighieri, n.4 Leonardo Fibonacci, n.5 Alfredo Cappellini e n.6 Camilla del Lante”.

Quali tempi si prevedono per il posizionamento della locomotiva a Marina di Pisa?
“La macchina necessita di un intervento di restauro statico, essenzialmente una verniciatura speciale e una sistemata alle parti arrugginite. La collocazione in Piazza delle Baleari credo non possa avvenire prima dell’estate, ma la regia di questa operazione è del Comune di Pisa. Sicuramente darò una mano per i pannelli e per l’inaugurazione”.

Ecco così che le rotaie in Piazza Baleari acquistano un senso che ai più era sfuggito!

Andrea Bartelloni

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