Walter De Benedetto, il 48enne di Arezzo gravemente invalido a causa dell’artrite reumatoide, non ha infranto la legge coltivando cannabis. Lo ha stabilito il tribunale di Arezzo che lo ha assolto dall’accusa di coltivazione di sostanza stupefacente perché “il fatto non sussiste”. Il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato che coltiva le sue piantine in una mini serra allestita in casa, consumando la cannabis per alleviare la sua malattia.

Secondo il giudice Fabio Lombardo ha ritenuto la sostanza stupefacente trovata dai carabinieri nell’abitazione di Ripa di Olmo, alle porte di Arezzo, è necessaria al solo uso terapeutico personale di De Benedetto. I suoi avvocati, Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti, avevano presentato la documentazione con cui hanno dimostrato che il quantitativo di piante coltivate era dimensionato all’utilizzo personale del solo De Benedetto. “Siamo soddisfatti dell’assoluzione perché il fatto non sussiste – ha commentato l’avvocato Simonetti -. De Benedetto non ha mai fatto uso di sostanze stupefacenti, ha adoperato la cannabis solo per il dolore che l’artrite reumatoide gli provoca. Le dosi fornite dalla Asl non bastavano per la sua cura”.

Immediate le reazioni politiche. “Felice per Walter De Benedetto – ha scritto su Facebook Benedetto Della Vedova (+Europa), sottosegretario agli Esteri – assolto nel processo che lo vedeva accusato per il reato di coltivare la cannabis terapeutica per uso personale. Lo ringrazio per la sua iniziativa, che ha portato ad una sentenza che mette in luce come la legge sia ormai molto più avanti del parlamento paralizzato dal proibizionismo e incapace da anni di fornire una regolamentazione alla cannabis terapeutica rispettosa del diritto alle cure”.

“Veramente un’ottima notizia – dichiara la deputata del Movimento 5 Stelle Caterina Licatini -. Per molte persone malate l’uso di cannabis terapeutica è fondamentale per una migliore qualità della vita e fare in modo di risparmiare atroci sofferenze è una questione di civiltà. Ancora oggi, quando si affronta il tema della cannabis terapeutica, si commette l’errore di ignorare il dolore e i tormenti di centinaia di malati solo per motivi ideologici ed elettorali. Per noi del Movimento 5 Stelle invece – continua – si tratta di sostenere chi soffre, dando risposte concrete a chi ha seri problemi di salute, alleviando i sintomi di quelle malattie per cui non esistono cure o rimedi veri e propri. Non possiamo permettere che la retorica continui a bloccare ogni tentativo di aiuto vesto questi pazienti”.

“Finalmente si è conclusa l’assurda ed ingiusta via crucis giudiziaria di Walter De Benedetto”, dichiara il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. “Nell’ottobre del 2019 era stato arrestato per averla coltivata in casa, non essendo il servizio sanitario in gradi di garantirgli la quantità a lui necessaria. Oggi una sentenza di giustizia. Mentre penso – aggiunge – a quanto dolore aggiuntivo abbia dovuto subire questo ragazzo che lo ha affrontato con grande dignità, come dissi nei mesi scorsi, non ci sono più alibi o tabù: il tema della legalizzazione della cannabis deve essere affrontato dalla politica e dalle Istituzioni. Subito e senza pregiudizi o ipocrisie”.

In un comunicato Vincenzo Donvito, presidente Aduc, scrive che “il Tribunale di Arezzo ha assolto Walter De Benedetto dall’accusa di aver infranto la legge sugli stupefacenti: aveva autocoltivato cannabis per alleviare la sua malattia (artrite reumatoide). La cannabis terapeutica è legale ma la disponibilità del prodotto è al lumicino, per questo De Benedetto era stato costretto alla coltivazione. Una grande mobilitazione, promossa dai radicali e dall’Associazione Luca Coscioni, ha sostenuto il coraggioso paziente, e il magistrato non ha potuto altro che prendere atto della realtà: il fatto non sussiste. Già precedenti sentenze avevano assolto persone nella stessa condizione di De Benedetto, e chissà quante altre ce ne saranno ancora. Tutti iter giudiziari civilmente penosi e giuridicamente discutibili. Imputati già di fatto condannati con mesi e anni di tortura civile, intasamento dei tribunali ed energie che lo Stato avrebbe potuto dedicare a colmare i deficit delle leggi in materia. Chi pagherà oggi per le torture subite da tutti i De Benedetto?”.

“La bella notizia dell’assoluzione di Walter De Benedetto sia un appello per il Parlamento”, afferma l’ex consigliere regionale Enzo Brogi, attuale presidente del Corecom Toscana, promotore della prima legge regionale in Italia sull’uso terapeutico della cannabis. “Il processo che da malato affetto da una rara forma di artrite reumatoide, lo ha visto al centro di una lunga battaglia per aver coltivato cannabis da utilizzare a scopo terapeutico, che il sistema sanitario non riusciva a garantirgli a sufficienza, si è concluso positivamente. Leggeremo la sentenza ma adesso è il momento che in Italia si approvi una legge che faccia un passo avanti sui temi della legalizzazione della cannabis e sulla possibilità di autocoltivarla a scopo medico. Il segretario del mio partito, Enrico Letta, si faccia portavoce di questa battaglia stimolando i nostri parlamentari e garantendo al nostro paese una nuova visione sui diritti a partire da tutti coloro che come Walter soffrono e che non si rivolgono, alimentandolo, al mercato dell’illegalità”.

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