L’inchiesta della Dda di Firenze, che ha portato gli inquirenti a indagare sui rifiuti speciali delle concerie di Santa Croce sull’Arno, coinvolgendo a vario titolo politici, amministratori e personaggi ritenuti vicini alla ‘ndrangheta, ha colpito anche dirigenti e consulenti dell’Associazione Conciatori. Dopo alcuni giorni l’associazione fa sentire per la prima volta la propria voce. “In merito alle indagini in corso, l’Associazione Conciatori confida nell’operato della magistratura, certa che il proseguo delle investigazioni consentirà di acclarare la totale estraneità dell’Associazione rispetto alle contestazioni mosse. L’Associazione Conciatori opera da sempre con l’obiettivo di valorizzare e tutelare l’interesse comune degli associati e conseguire risultati preziosi per l’intero distretto, le sue aziende e la collettività. Queste sono le sole finalità che hanno costantemente orientato l’agire dell’Associazione nel pieno rispetto della legalità. Per questo auspichiamo che il lavoro delle autorità inquirenti possa concludersi in tempi rapidi, non solo nell’interesse dei soggetti direttamente coinvolti, ma, soprattutto, nell’interesse dell’intero comparto produttivo, profondamente colpito da tale vicenda”.

Giani: “Inchiesta molto delicata”

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, spende pochissime parole per commentare ciò che è accaduto: “È una inchiesta molto delicata e quindi io preferirei non rispondere in questo momento. Ho piena fiducia nella magistratura e nel loro lavoro, e conseguentemente in questo caso parlano i fatti. È giusto affidarsi al lavoro della magistratura”. Ha risposto in questo modo a chi gli chiedeva della sospensione delle funzioni del suo capo di gabinetto Ledo Gori, indagato nell’inchiesta. “Sicuramente – ha concluso – io sarò pronto a riferire, quando sarà necessario, in Consiglio regionale”.

FdI: “Ledo Gori premiato con le ferie”

Intanto le forze di opposizione in Consiglio regionale continuano a puntare il dito sulla maggioranza. “Ledo Gori non è stato né sospeso né rimosso – tuona Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano. ‘Sarà la magistratura a chiarire se nella nostra Regione ha agito una associazione a delinquere di stampo mafioso dedita al traffico Il Capo di Gabinetto del governatore Eugenio Giani è stato addirittura premiato con 10 giorni di ferie. Gori è accusato di corruzione nell’ambito di una delle inchieste più sconvolgenti della storia della Regione Toscana. Un’inchiesta che vede coinvolti imprenditori, politica e criminalità organizzata in una commistione altamente tossica per i cittadini toscani. L’incarico di Gori è un incarico fiduciario del Presidente, conferitogli con il decreto n. 127 del 8/10/2020 e per essere cancellato bastano 5 minuti! Non servono iter lunghi giorni. Chiediamo al presidente Giani di prendere una strada chiara: o fa il garantista e difende la sua scelta fino a conclusione dell’iter giudiziario, o fa il giustizialista e lo rimuove immediatamente dal suo incarico. Non possiamo accettare che faccia ‘il Giani’, ovvero che si arrampichi sugli specchi, barcamenandosi tra le due soluzioni, inventandosi prima una ‘sospensione’ che non esiste e – dopo che glielo abbiamo fatto notare – ‘premiandolo’ con 10 giorni di ferie”. Così illecito di rifiuti. Però adesso la politica, ed in particolar modo il presidente Giani, non può sottrarsi dal dovere di fare chiarezza – dichiara Torselli -. Il governatore deve rispondere ad una semplice domanda: durante l’ultima campagna elettorale ci sono stati esponenti del Pd e imprenditori che gli hanno fatto pressioni affinché Gori fosse confermato Capo di Gabinetto?” “Il presidente Giani deve spiegare, non tanto a noi, quanto a tutti i cittadini toscani, cosa significhi ‘essere generosi con la politica’. Ricordiamo che l’Associazione Conciatori, che vede i propri vertici tra gli indagati dell’inchiesta, è il secondo finanziatore della campagna elettorale di Giani. Su questo il presidente non sembra intenzionato a voler fare chiarezza, intanto l’unica certezza è che Ledo Gori si godrà un lungo ponte di primavera in ferie retribuite dalla Regione Toscana”.

In una nota Paolo Marcheschi, dirigente nazionale di FdI ed ex capogruppo in Consiglio regionale della Toscana, commenta che “le risposte che il presidente della Regione della Toscana ha fornito, tramite stampa, in merito alla sospensione ed all’avvio dell’iter di revoca della nomina del suo Capo di Gabinetto, Ledo Gori, sono ridicole. Un tentativo di minimizzare una vicenda gravissima e senza precedenti, che è la spia di un problema enorme. Il condizionamento, se non l’imposizione, di interessi privati nelle Istituzioni. Altro che ferie o ritiro delle deleghe, Eugenio Giani deve chiarire perché non risolve il contratto del suo Capo di Gabinetto. Se volesse davvero, la legge prevede di firmare un decreto di revoca. Non firmandolo lascia pensare che non può e non se la sente. È forse ostaggio di qualcuno?”.

Lega: “Come mai tutta questa titubanza di Giani?”

“Parrebbe essere uno dei personaggi chiave della grave vicenda che, da qualche giorno, è giustamente alla ribalta della cronaca nazionale”, afferma Elisa Montemagni, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Toscana. “Eppure il fidato Capo di Gabinetto del presidente Giani, Ledo Gori, è attualmente in ferie forzate, ovviamente retribuite e sembra stia instaurando un vero e proprio braccio di ferro col suo datore di lavoro. Il rapporto tra Giani e Gori è per definizione fiduciario ed in questo genere di rapporti non esistono mezze misure; se la fiducia esiste, il Presidente deve allora difenderlo fino in fondo, se invece non c’è più deve mandarlo a casa immediatamente. Una domanda sorge, dunque, spontanea: come mai tutta questa titubanza? Sarà uno dei quesiti che gli porremo fra pochi giorni in Aula”.

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