Francesco Fasulo

Eccoli lì i Ringo Boys seduti sul prato, vicini. Il fenomeno di Ipatinga (Joao Pedro) e il lottatore della valle slovena (Kurtic). Immagini finalmente positive. Neymar che abbraccia Alaba. Lo sport come vero veicolo di emozione. Bambini con le sembianze da adulti, professionisti con in fondo al cuore la fratellanza che si prova così forte fino ad un punto della nostra vita. Forse a questo serve lo sport. Unisce. E fa restare cuccioli. Solo gli sportivi conoscono i sacrifici che hanno fatto per arrivare. La mamma o il babbo al freddo ad aspettarti alla recinzione del campo. Il fango, la nebbia, gli spilli provocati dalle pallonate sulle cosce gelate o il caldo impietoso che rallenta. Adolescenze lontano dagli affetti. La trasversalità che lega giocatori che hanno diviso docce e sensazioni, magari per un breve percorso insieme.

Scadendo nella retorica e nel ridondante, come spesso capita quando si trattano argomenti simili, vorrei da adesso in poi riappropriarmi, quando scriverò, del bello dello sport. Il brutto lo lascerò ai brutti. Lo lascio ai lupi travestiti da Agnelli. Della Superlega non parlo. Sono fuori dal gregge. Bona Ugo!

1 Comment

  1. L’Inter è in mano ad un gruppo cinese che vuole solo specularci, il Milan ad uno americano e la Juve è ancora posseduta da quelli che un decennio fa pur di vincere si comprarono le partite. Gli unici che hanno ancora a cuore la competizione sono i tifosi. Ma nessuno tifoso vorrebbe boicottare la sua squadra. E così la mafia del calcio continuerà ancora…

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