Non si era mai visto tanto entusiasmo per una copia di un’opera d’arte. È quel che è accaduto alla riproduzione del David di Michelangelo, perfettamente eseguita assemblando i 14 pezzi prodotti da una stampante 3D. Anche se solo una copia sarà una delle maggiori attrazioni del padiglione italiano a Expo 2021, in programma dal 1° ottobre a 31 marzo a Dubai. Il “clone” del David è uscito dal laboratorio fiorentino di Nicola Salvioli. Con un trasporto speciale è stato spedito all’aeroporto di Milano Malpensa e da lì sarà imbarcato per Dubai.

I lavori per realizzarlo sono andati avanti due mesi. La statua, in resina, pesa circa 400 kg ed è alta 5,14 metri (uguale all’originale). Per renderlo del tutto simile a quello vero la resina è stata ricoperta da una polvere di marmo di Carrara (ovviamente mischiata alla colla). Tutto è partito con una minuziosa quanto fondamentale scansione digitale dell’opera di Michelangelo. Questo ha permesso di riprodurre tutto alla perfezione, compresi i difetti e le minime sfumature.

A coordinare i lavori la Galleria dell’Accademia, guidata da Cecilie Hollberg, che si è detta felice che la copia della statua vada a Dubai a rappresentare l’Italia: “Il David è l’opera d’arte per eccellenza, con la quale tutti si possono identificare, sia per il significato religioso, storico artistico, civico. Questa copia è la dimostrazione di cosa si possa fare quando la tecnologia si unisce alle capacità artigiani. L’originale non avrebbe mai potuto viaggiare, quindi questa è una soluzione più che accettabile. A lui affidiamo un messaggio positivo, visto che rappresenta la forza, la fede la fiducia in sé, nel suo dio e nel futuro”.

Una statua nel mito

Scolpito tra il 1501 e il 1504, il David di Michelangelo è considerato un capolavoro della scultura mondiale, uno dei simboli del Rinascimento e dell’Italia. L’artista toscano ha voluto rappresentare l’eroe biblico nel momento in cui sta per affrontare Golia. Appena fu terminata la statua fu posta in Piazza della Signoria, come simbolo della Repubblica fiorentina vigile e vittoriosa contro i nemici. Per completare il “gigante”, come veniva chiamato dai fiorentini, Michelangelo fece costruire un recinto di tavole per mantenere la privacy ed evitare di dover lavorare costantemente davanti agli occhi dei passanti. Il 23 giugno 1503 fu aperto la recinzione e tutti poterono ammirare l’opera, ormai quasi completata. A una commissione di grandi artisti (tra cui Leonardo da Vinci, Botticelli, Filippino Lippi, Antonio e Giuliano da Sangallo, Andrea Della Robbia e altri) fu affidato il compito di decidere dove collocare la statua. Per spostarla, facendola scorrere all’interno di una gabbia di legno sopra delle travi unte di grasso, furono necessari quaranta uomini. Una volta arrivata in piazza della Signoria Michelangelo fece alcuni piccoli ritocchi, dipingendo il tronco d’albero dietro la gamba destra e aggiungendo delle ghirlande di ottone con foglie in rame dorato. Il successo del David fu immediato.

 

Foto: Facebook

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