Celebriamo un anniversario particolare, i 99 anni dalla nascita di Giorgio Perozzi, capocronaca de La Nazione e membro di una allegra banda di “zingari” che tra gli anni 60 e 70 terrorizzava coi propri scherzi bonari buona parte della Toscana. Il fatto che il Perozzi sia solo il frutto della penna degli sceneggiatori del film “Amici Miei” conta poco. Lui, il Mascetti, il Melandri, il Necchi e il Sassaroli sono persone di famiglia per milioni di toscani. Ripercorriamo il rapporto particolare e per certi versi inspiegabile di un popolo con delle maschere come le loro, tristi, alle volte patetiche e di come un film sulla paura di invecchiare e di morire sia diventato un simbolo ineguagliabile di quella qualità tanto difficile da definire chiamata “toscanità“. ASCOLTA LA STORIA SUL PODCAST

Perché Amici Miei continua ad essere così vivo ed amato da tutti i toscani (e non solo)? Fateci sapere come la pensate partecipando alla conversazione con un commento qui sotto o sui nostri profili social:
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Foto: Wikipedia

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1 Comment

  1. dr.Strange Reply

    in realtà i film, pur essendo divertentissimi e riflettendo al meglio la cattiveria di noi toscani quando vogliamo essere bastardi (ma siamo capaci anche di generosità ed altruismo incredibili), raccontano la vita di un gruppo di amici privi di affetti a parte la loro amicizia, falliti come mariti e padri. a guardar bene, la storia è molto triste ed è divertente solo per lo spettatore. restano dei capolavori, soprattutto il secondo e, sicuramente, fra un pò, i sostenitori del politicamente corretto chiederanno di censurarli

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