In attesa di conoscere il destino del Monte dei Paschi di Siena, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani esce allo scoperto e a chiare lettere dichiara di essere “estremamente perplesso sull’operazione che può portare alla fusione per incorporazione per Mps”. Della questione si parlerà domani in consiglio regionale. Breve riepilogo della situazione: lo Stato possiede il 64% delle quote e deve liberarsene entro il 2021, come d’intesa con l’Ue. Il problema è come fare.

Giani a dicembre aveva fatto capire di non essere d’accordo con la fusione del Monte in Unicredit. Ma cosa ha in mente il presidente toscano? Innanzitutto sottolinea il rischio per la scomparsa di diverse Casse di Risparmio e Casse Rurali e “il corrispondente annullamento di identità in filiere bancarie che oggi corrispondono a centri di poteri diversi e diffusi”. È una partita regionale più che senese. Giani solleva il problema di una Toscana che, pian o piano, ha perso tutte le sue banche: tema, questo, che può far breccia nel Governo.

Lo Stato volendo, osserva Giani, può fare come ha già fatto in altre occasioni, ricapitalizzando la banca, insieme ad altri soci privati, tenendo anche conto che il cda di Mps confida di riportare i conti in perfetto ordine nel 2022, quindi con ottime prospettive per il futuro, soprattutto a livello occupazionale ma anche per lo sviluppo del territorio. Perché le esigenze sono essenzialmente due: tutelare il maggior numero possibile di posti di lavoro e tenere vivo il legame della banca con il territorio.

Come scrive il Corriere fiorentino Giani vede la fusione per incorporazione come “un boccone amaro per i soci privati che quindi vivrebbero con estrema riottosità l’integrazione del Monte del Paschi in un colosso bancario”. La battaglia che il governatore intende fare è difendere Mps “come identità, maestranze, sede della direzione generale”. Anche i sindacati si muovono, facendo pressioni sul Governo per risanare la banca garantendo l’occupazione (e non solo). La sfida non è per nulla facile. Per vincerla Giani avrebbe bisogno di un partito forte alle spalle. Il Pd, in questa fase, è profondamente diviso e in estrema difficoltà.

2 Comments

  1. investigator113 Reply

    il MPS assorbito dall’Unicredit sarà la fine dello storico Istituto Bancario senese e ciò non deve assolutamente accadere.. L’unica soluzione tornare alla moneta sovrana passando per la moneta parallela. Insisto sulla doppia moneta perchè solo in questo modo che tutte le banche locali sparite torneranno in vita grazie proprio alla moneta parallela all’€. Purtroppo l’€ adesso è appannaggio solo delle grandi banche, serve per le speculazioni dell’alta finanza. non è più per una economia reale del Paese. insomma manca la MONETA DEL POPOLO. per tornare alla ns economia alla nostra produzione . Se solo l’informazione ormai incartatasi in chiacchiericcio politico desse voce ai sovranisti per il ritorno alla sovranità monetaria vedrete che la luce in fondo al tunnel, le banche locali la vedranno, eccome e si riscostruirà il sistema bancario italiano per la ns economia per ns produzione, al servizio del popolo . Manca la discussione come tornare sovrani e da qui che si deve iniziare il cammino per tornare sovrani. Con Draghi al governo il MPS corre veramente il pericolo di sparire. Sollecitate l’informazione la necessita di tornare sovrani, forse voi non sapete quanti siano coloro che si auspicano il ritorno alla sovranità monetaria . gente colta preparata politicamente , economicamente con la costituzione in mano per ogni interrogativo, insomma si tratta ci prendere seriamente l’argomento discuterne e iniziare il percorso che renderà nuovamente sovrano il ns paese

  2. Immagino che i Toscani siano preoccupati, ma vorrei conoscere quanto di marcio ci sia in quella banca, bancomat della sinistra italiana.

Scrivi un commento