L’ex presidente del Consiglio ha tenuto una lectio magistralis all’università di Firenze, dove è tornato a insegnare una volta terminata l’aspettativa per l’incarico a Palazzo Chigi. Giuseppe Conte, infatti, insegna diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo fiorentino. La lezione, senza pubblico e trasmessa online sui canali social dell’università, si intitola Tutela della salute e salvaguardia della economia: lezioni dalla pandemia. “È ingannevole il dilemma che prefigura un’alternativa tra tutela della salute e tutela dell’economia”, dice l’ex premier in un passaggio del suo intervento. “Le strette sono state necessarie ma abbiamo sempre coinvolto il Parlamento e gli enti locali”.

Conte ha ricostruito le tappe della sua esperienza alla guida del Governo, soffermandosi in particolare sulle misure intraprese per fronteggiare il Covid-19.  “Via via che la pandemia si è diffusa – ha detto – si è radicata una convinzione: le misure per contenere il contagio finirebbero per esporre una comunità nazionale a danni ancora più severi e irreparabili. Questa interpretazione l’abbiamo respinta perché ritenuta fuorviante. Questo scenario è risultato inverosimile e lo abbiamo constatato anche qui in Italia quando, pur essendo le fabbriche aperte, ci sono stati scioperi di lavoratori che avevano paura di essere contagiati. Di qui la svolta con la sottoscrizione del 14 maggio dei protocolli sulle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro. Un passaggio, questo, che consentì il rientro dei lavoratori nelle aziende e nelle fabbriche. Vi è sempre una considerazione ponderata del diritto alla salute con le altre prerogative fondamentali della persona. La tutela prioritaria della salute ha consentito di difendere meglio anche il tessuto economico del Paese”.

Diversi gli spunti di riflessione sottolineati da Conte in una lectio magistralis che, per ampi tratti, è parsa più che altro un’autocelebrazione da parte dell’ex capo del Governo. Condita da giusti e inevitabili riferimenti giuridico-normativi, ma pur sempre un’autocelebrazione.

“Uno dei problemi più delicati – osserva Conte – è stata la decisione sulla tipologia dei provvedimenti e le modalità procedimentali per mezzo delle quali introdurre le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio epidemiologico, nella consapevolezza che una pandemia così severa rischia di alterare in modo significativo l’equilibrio tra i diversi poteri dello Stato, rischiando di mettere a dura prova la solidità stessa di un sistema democratico”. “Abbiamo dovuto costruire un percorso che potesse consentire all’esecutivo di adottare ogni misura di contenimento idonea a fronteggiare la repentina evoluzione della situazione epidemiologica, coinvolgendo costantemente il Parlamento”. “Non abbiamo mai preso in considerazione – dice ancora l’ex presidente del Consiglio – la possibilità di esercitare il potere sostitutivo dello Stato anche per un indirizzo squisitamente politico: abbiamo preferito coltivare un costante dialogo con le autorità territoriali, pur tra varie difficoltà e momenti critici, nella convinzione che il coinvolgimento dei vari attori istituzionali in una prospettiva di “leale collaborazione” ci avrebbe garantito una maggiore coesione nazionale e una più solida tenuta delle comunità di riferimento”. “In un contesto del tutto inedito, abbiamo costruito un’articolata strategia normativa che tenesse conto delle caratteristiche dell’emergenza pandemica, che non è riconducibile a un evento che si esaurisce una volta per tutte – come può essere un terremoto o un’alluvione – ma assume i tratti di un processo in continua, imprevedibile evoluzione”.

Prima della sua lectio Conte ha incontrato il rettore Luigi Dei, la preside della Scuola di Giurisprudenza Paola Lucarelli e il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Andrea Simoncini per definire il suo rientro in ateneo a livello didattico.

Prima dell’inizio della lezione la zona intorno al rettorato, in piazza San Marco, era presidiata da una decina di camionette di polizia e carabinieri perché era in programma una manifestazione di protesta dei collettivi studenteschi a cui si sono uniti gli attivisti di ‘Priorità alla scuola’. “Non vogliamo Conte all’università, vogliamo l’università aperta!”, è lo slogan lanciato sui social e vergato su alcuni striscioni. “Dopo aver lasciato l’istruzione fanalino di coda delle priorità del precedente governo (e non solo), dopo aver lasciato gli studenti lontani dalle facoltà per mesi, dopo la criminale gestione della pandemia che ha messo in ginocchio studenti e lavoratori, Conte viene accolto a braccia aperte dal rettore Dei e dalla professoressa Lucarelli (presidente Giurisprudenza, ndr). Pensiamo che invece di prodigarsi tanto nell’elogio di chi ha contribuito a distruggere il nostro sistema formativo rettore e compagnia dovrebbero programmare un rientro in sicurezza per tutti, non tenendoci ancora nel ricatto della scelta fra diritto allo studio e diritto alla salute”.

Alla vigilia della lectio magistralis la Lega ha duramente contestato l’utilizzo della cattedra universitaria per motivi politici. “Quello che ci lascia molto perplessi — spiegano Mario Lolini, commissario regionale della Lega Toscana ed Elisa Montemagni, capogruppo in Consiglio regionale — è il fatto che Conte, come pare, voglia utilizzare questa tribuna accademica per parlare della sua esperienza a Palazzo Chigi. Se vuole farsi propaganda a scopo elettorale non pensiamo che un’aula universitaria sia il luogo idoneo”.

A dare il benvenuto a Conte in Toscana è stato il presidente della Regione, Eugenio Giani. “Bentornato a Firenze presidente Giuseppe Conte e buon rientro a lavoro all’Università degli Studi di Firenze”, ha scritto sul proprio profilo Facebook, pubblicando uno scatto in cui è insieme proprio a Conte. Anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha salutato Conte, rivolgendogli peraltro grandi elogi: “Dopo l’onorevole servizio al Paese in uno dei momenti più difficili della storia italiana – scrive su Twitter – siamo felici che Giuseppe Conte torni a insegnare nella prestigiosa Università della nostra città. Bentornato a Firenze”.

 

5 Comments

  1. Adriano+Zoin Reply

    Negli anni 70, nell`università di Padova, alcuni dei suoi docenti davano lezioni ai giovani, che poi hanno creato le BRIGATE-ROSSE, il governo guidato da Conte, ha fatto si che le COOP-ROSSE e le Ong facessero da padrone nel mare portando i migranti nelle mani di sfruttatori MAFIOSI e dei loro soci delle COOP dividndosi il lucro bottino. “””MA, COSA CI RISERVERÀ IL DOMANI, SE I DEMO-CRISTIANI ALL`ITALIANA,( CORROTTI TRAVIATI E FALSI PIÙ DI Giuda), CHE VENGONO CACCIATI DALLA PORTA DALLA POPOLAZIONE E CHE RIENTRANO DALLA FINESTRA CON QUELLA MASSA DI “”BAMBOCCI”DEI GRILLINI, COMANDATI DA UN PAGLIACCIO PAZZO”””!!! HANNO MESSO UN GINOCCHIO IL PAESE, STANNO FACENDO FALLIRE TUTTE LE PICCOLE IMPRESE, SIAMO IL FANALINO DI CODA DEI PAESI EUROPEI, E Mattarella, SI VANTA DEL LORO FATTURATO??? DOVE ANDREMO A FINIRE”””???

  2. Un vecchio proverbio recita: “Chi sa fa e chi non sa insegna”.

  3. dr.Strange Reply

    l’insuccesso gli ha dato alla testa….non si è reso conto di essere il portavoce di Casalino

  4. Sono molto sconcertato leggendo questo articolo al pensiero che una simile posizione sia occupata da un simile elemento. La posizione di un professore è quella di insegnare, ma cosa possiamo sperare che trasmetta ai nostri figli, lo abbiamo visto in azione, bugie, falsità che poi venivano artifiziosamente create dal suo supporter. Quale risultato sarà per i nostri figli, creare degli illusi che domani per avere un posto si daranno alla politica che in questo Paese è l’unica fonte di reddito. Veramente la sua presenza nell’ambito della classe docente è un’offesa per l’istituto universitario.

  5. remo balestra Reply

    l’ essere umano è volubile al soldo ed al potere, l’ONESTA, l ‘ UMILTA’ il buon senso ed il rispetto altrui , non fa parte di questo ex governo, il poverello avv . CONTE è stato usato come è consuetudine dei comunisti i USA e getta, ora aspettiamo le reazioni …

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