Stavolta la polizia è intervenuta dopo una precisa segnalazione. Gli agenti sono arrivati al ristorante pizzeria Tito, a Firenze, trovando i commensali comodamente seduti ai loro tavoli. Chi mangiava una pizza, chi uno spaghettino, chi una tagliata, chi già pregustava l’immancabile dolce. Una serata come un’altra, se non fosse che ultimamente è una cosa impossibile, visti i divieti imposti dal Governo per arginare il dilagare del Covid. Immediata è scattata la sanzione da parte delle forze dell’ordine: quattrocento euro di multa per il titolare, più cinque giorni di chiusura del locale. In più tutti i clienti, trentuno, sono stati identificati e molto probabilmente verranno sanzionati.

Finisce così, almeno per il momento, la singolare protesta che il ristoratore Momi El Hawi (che possiede tre locali nel capoluogo toscano) sta portando avanti da due mesi: tenere aperto il locale e lavorare, nonostante i divieti posti dai dpcm anti Covid. Anche lo scorso 15 gennaio, giornata in cui in tutta Italia era scattata la protesta (con le aperture “fuorilegge”), era stato sanzionato. Ora la storia si ripete, ma con l’aggiunta dello stop per cinque giorni. Una bella mazzata, che potrebbe diventare ancora più pesante se la “sfida” del ristoratore dovesse andare avanti.

Quattrocento euro non sono pochi per chi, in questi mesi, ha faticato da morire per cercare di tirare avanti e non chiudere la propria attività, visto e considerato che gli aiuti dello Stato sono arrivati con il contagocce, sicuramente non sufficienti per pagare tutte le spese (affitti, utenze etc.). Pensate a quante pizze dovrà sfornare quel ristoratore per recuperare quei soldi. Ovviamente le regole sono regole, e la salute viene prima di tutto. Però quante volte le normative sono cambiate e i ristoratori (o i commercianti in generale) si sono prontamente adeguati per fare tutto come si deve e continuare a lavorare? Anche questo va considerato. Così come va tenuta in debita considerazione anche la disperazione di intere categorie. Il Covid è una brutta bestia che non distrugge solo i polmoni ma fiacca anche la voglia di lottare e andare avanti, sperando nel ritorno alla normalità. Non siamo qui a dire che questo ristoratore di Firenze ha fatto bene a infrangere la legge, sicuramente ci interessa sottolineare il suo fortissimo disagio, la sua disperazione e assoluta (e onesta) voglia di rimboccarsi le maniche per non morire.

6 Comments

  1. sarei curioso di vedere le dichiarazioni dei redditi…avesse protestato un ristoratore di Canicatti..ma un ristoratore di Venezia .o Roma o Firenze…dove paghi 80 grammi di spaghetti scotti 20 euros a volte…diventa poco credibile

  2. Ma bravi, colpite la gente che lavora e paga le tasse. Poi il giorno che questa gente non ci sarà più vorrò vedere come farà l’Italia ad andare avanti.
    Perché una volta distrutta la filiera della ristorazione, del turismo, dell’intrattenimento, ecc.. all’Italia resteranno solo le chiacchere di quella massa di politici che non hanno mai lavorato un solo giorno nella loro vita e siedono su una poltrona solo perché hanno avuto le raccomandazioni giuste. E con quelle chiacchere dovrete campare voi e le vostre famiglie.

  3. E chi se ne frega? basta non pagarle!! ribellatevi a questo governo aguzzino e dittatore

  4. Avv.Marcolino Reply

    quante inesattezze solo per impaurire… ma ormai i media sanno solo fare terrorismo senza neanche sapere cosa scrivono… 1) i clienti non riceveranno nessuna sanzione perché non è vietato andare al ristorante se è aperto (neanche dal dpcm) e il ristoratore non dovrà pagare alcuna multa finché il prefetto non gliela invierà tramite raccomandata (lo stesso dicasi per i 5 giorni di chiusura… che fanno ridere a fronte di un periodo in cui dovresti stare sempre chiuso) e molti prefetti non stanno inviando le multe perché anticostituzionali e se poi contestate non potranno mai essere autorizzate in fase di processo (come infatti sta accadendo per quelle contestate)

    • Orlando Sacchelli Reply

      Abbiamo solo scritto quanto risulta alle cronache. Grazie per la precisazione, la terremo in considerazione.
      Quanto alla presunta volontà di impaurire i lettori e addirittura di voler “fare “terrorismo, “senza neanche sapere cosa scrivono”, respingo al mittente le accuse infamanti e diffamatorie.

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