Paolo Lazzari

Abito grigio, cravatta, doppiopetto e l’immancabile cappello a tesa larga. L’uomo con le mani congiunte dietro alla schiena sta coltivando un sogno. E pensa che viverlo davvero sarebbe molto meglio che limitarsi ad accarezzarlo con la mente. Ci sono storie che, per essere comprese fino in fondo, andrebbero vissute pezzo per pezzo. Eppure, frugando tra le tasche del passato, è possibile comporre i tasselli di un mosaico che, dopo quattro generazioni, non finisce di stupire.

Per farlo, però, occorre non dar più retta all’orologio. Riavvolgete il nastro. Il luogo è Forcoli, provincia di Pisa. L’anno il 1911. Quel signore distinto che scruta l’insegna nel piazzale davanti all’edificio appena inaugurato è Leonello Morelli, il capostipite. La storia comincia ad avvitarsi proprio qui. Davanti al Liquorificio di famiglia.

“Fin dalle prime prove – scriverà più tardi il fondatore – ebbi la sensazione che questo lavoro sarebbe stato il mio avvenire. Mi trovavo circondato di stima, di amicizie e nuovi interessi che mi davano un guadagno da farmi contento”. Parole che hanno un senso ed un peso specifico. La sede di via Garibaldi diventa in breve tempo un punto di riferimento imprescindibile per il territorio e la rete commerciale, sospinta da intuizioni e coraggio, si espande. La forza propulsiva del Liquorificio Morelli erompe nella vita delle persone, distillando lavoro per un’intera comunità.

Un’ascesa irrefrenabile, dettata da un saper fare artigianale che continua ad essere il punto di forza. Negli anni Sessanta e Settanta l’azienda arriva ad assumere 25 dipendenti e Leonello diventa sindaco di Palaia, di cui Forcoli è una frazione. Nel frattempo lo scarto generazionale inizia a consumarsi: il figlio Dante ed il nipote Piero entrano in azienda. Dopo la scomparsa di Leonello, nel 1975, gli anni Ottanta ed i Novanta vedranno l’arrivo dei figli di Piero: Luca, Paolo e Marco.

Nel 2009 l’azienda si dota di una sede moderna e funzionale ed il vecchio stabilimento viene adibito a Museo: un tuffo al cuore ed una memoria storica che viene salvaguardata. Un luogo dove il tempo è divenuto di cristallo, intriso di cimeli e di sogni. I migliori però sono quelli che fai ad occhi aperti. Così le foto degli avi riposte sugli scaffali della sede d’un tempo sembrano sorridere, guardando a quello che è il Liquorificio è riuscito a diventare oggi.

Un’azienda che sa coniugare innovazione e tradizione. Che privilegia la qualità superiore alla produzione di massa. Che rispetta le materie prime e lavora per sostenere l’economia circolare: i liquori sono il punto di forza da sempre, ma nel processo nulla viene sprecato. Gli “scarti” di lavorazione (bucce di frutti come limoni e arance, ad esempio) assumono nuova vita, reinterpretati nella linea food (pasta, cantuccini, cioccolata) o in quella cosmetica (creme viso, corpo e molto altro). Un’attitudine che vale ogni anno prestigiosi riconoscimenti internazionali, sintomo di un lavoro che mantiene incessantemente in alto l’asticella. Gli ultimi premi, in ordine di tempo, sono arrivati per l’illustration design (LEGGI QUI: https://cutt.ly/Zg11yR5) concepito da Sidebloom Marketing & Comunicazione per donare una nuova immagine coordinata all’azienda: le radici contano, ma la visione deve sapersi evolvere.

“Oggi – commenta Marco Morelli – siamo un bel mix, un concentrato di saggezza storica, tradizione e cultura che si fonde con la ricerca della qualità, dell’innovazione, di nuove frontiere. Passato e presente continuano ad essere un lungo filo unico: comprendendo le scelte compiute riusciamo ad interpretare quello che stiamo vivendo. Il futuro? Riusciamo a leggerlo con serenità, proprio in forza della nostra tradizione”.

Il momento storico certo è complesso, ma il Liquorificio scorge comunque il lato positivo: “Siamo convinti – prosegue Marco Morelli – che i prossimi dieci anni ci riserveranno grandi soddisfazioni. Questo tempo rallentato – osserva – ci ha anche fatto diventare più riflessivi, meno presi dalla corsa frenetica verso l’obiettivo di turno. In azienda percepiamo un rapporto più caldo con i nostri dipendenti: nelle difficoltà si fa più squadra. Che dire poi dei nostri clienti? In un momento di incertezza rimaniamo un appiglio sicuro per loro: continuano a cercarci senza interruzioni, perché sanno che siamo sinonimo e garanzia di qualità”.

Passato e presente, si diceva. Se oggi esiste una rappresentazione che suggerisce al meglio questo spirito di Morelli, probabilmente è contenuta in quel laboratorio di toscanità che è il nuovo Aperitivo 1911. Un omaggio all’irriverenza, al genio ed all’artigianalità tipiche di un popolo, ammantate da un’atmosfera vintage, rimando ad un tempo andato che si rinnova nel presente, diventando ogni giorno la migliore versione di sé stesso.

Leonello ora si volta: sul viso è scolpito il sorriso di chi, quel sogno, ha saputo abitarlo.

Autore

Scrivi un commento