Una brutta storia di cronaca arriva da Firenze. Un marocchino di 50 anni è stato arrestato co  la grave accusa di aver usato violenza sulla moglie e la figlia, che oggi ha diciassette anni. A scatenare la violenza sarebbe stata la pretesa della ragazza di vivere come le sue amiche: vestire all’occidentale, truccarsi e persino parlare italiano. L’uomo non accettava queste cose “normali” e, per questo, avrebbe avuto un atteggiamento violento. La catena di violenze è stata spezzata quando la moglie dell’uomo, anche lei di 50 anni, dopo l’ennesima minaccia con tanto di coltello, unita alle botte, ha denunciato l’accaduto. Intervenuti nell’appartamento gli agenti di polizia hanno arrestato l’uomo. Da quanto ha raccontato la ragazza agli inquirenti nel giorno del suo compleanno il padre le avrebbe spezzato il manico di scopa sulla schiena, questo per punirla del fatto che non aveva fatto i lavori domestici. Il cinquantenne marocchino ora deve rispondere dell’accusa di maltrattamenti aggravati.

Storie come queste (un mix di violenza, profonda ignoranza e mancata integrazione) purtroppo sono frequenti nel nostro Paese. Nel 2018 una 25enne di origine pachistana, Sana Cheema, residente con la famiglia a Brescia, fu sgozzata dal padre e dal fratello perché voleva vivere (anche lei) all’occidentale e sposare un italiano. Nel giugno dell’anno scorso in provincia di Treviso un marocchino cosparse il corpo della figlia quindicenne di benzina e tentò di darle fuoco, anche in questo caso perché vestiva troppo all’occidentale. A Padova, invece, vicino alla stazione, una madre marocchina aveva alzato le mani contro la figlia diciottenne perché aveva osato andare in giro indossando un top e dei calzoncini corti,

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