Le parole di quella insegnante, pronunciate in classe ai propri alunni di una scuola media, la Mazzanti di Firenze, destarono scalpore. Definì la senatrice a vita Liliana Segre un “personaggio in cerca di pubblicità“. E stando alle testimonianze dei ragazzi aggiunse: “Non la sopporto. E anche voi, ragazzi, non vi fate fregare da questi personaggi che cercano solo pubblicità”. Gli studenti, sorpresi, ne parlarono a casa e alcuni genitori si rivolsero al preside per protestare. Divampò subito una polemica, con l’intervento del ministro dell’Istruzione, e l’insegnante venne sospesa. Ora, come scrive La Nazione, l’Ufficio scolastico regionale della Toscana l’ha reintegrata per “non aver commesso il fatto”.

L’episodio incriminato si verificò il 27 gennaio scorso, proprio nel Giorno della memoria, in cui vengono ricordate, in tutto il mondo, le vittime dell’Olocausto. La prof argomentò così la propria insofferenza: “Anche mio nonno è stato in un campo di concentramento ma non è certo andato in giro a dirlo a tutti. E ora non andate a casa a dire ai vostri genitori che sono nazista e antisemita”. Gli altri docenti della scuola presero le distanze: “Esprimiamo la nostra totale e indignata distanza dalle parole espresse dall’insegnante”. Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina definì quelle parole “gravi e ingiustificabili” ed auspicò che “il gesto venisse verificato e valutato con la massima attenzione”. Ma a distanza di mesi sembra sia tutto rientrato.

“L’insegnante ha avuto un reintegro totale, al cento per cento, come se mai niente fosse successo”, spiega la preside Elena Pierucci, appena arrivata a scuola dopo il pensionamento del precedente dirigente, Arnolfo Gengaroli. Molti genitori di quella classe non hanno certo gradito: “I nostri figli non capiscono come sia possibile che sia ancora lì”. A chiedere chiarezza è anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che su Twitter scrive: “Perché è stata reintegrata come se nulla fosse? Aspettiamo valide motivazioni”.

Sdegno anche da parte di Michele Anzaldi (Italia Viva), membro della commissione Cultura della Camera: “La ministra dell’Istruzione Azzolina mandi subito gli ispettori ministeriali e verifichi cosa è successo sul caso della professoressa della scuola Mazzanti di Firenze che attaccò Liliana Segre con parole vergognose e ora è tornata al suo posto come se nulla sia accaduto, senza subire alcun provvedimento, come conferma la preside dell’istituto”.

Sul caso della prof reintegrata il Ministero dell’Istruzione ha disposto immediati accertamenti che sono già in corso.

15 Comments

  1. dr.Strange Reply

    a prescindere da quello che ha subito da parte del regime nazional-socialista tedesco e per il quale ha tutta la mia umana solidarietà, la signora in questione è parte organica della sinistra che minaccia il mio modo di vivere ed il mio paese. perciò mi rimane antipatica. inoltre, il fatto che lei sostenga che chi non vuole musulmani ed africani sia un neonazista la considero una scemenza. una può anche essere stata in campo di sterminio e dire cose non condivisibili, una cosa non esclude l’altra. fra parentesi, i miei nonni materni salvarono la vita al maresciallo dei carabinieri del loro paese, dopo l’8 settembre 43, tenendolo nascosto in soffitta per un anno, perciò non ho bisogno di patenti antifasciste da chicchessia

  2. Una bella e interessante donna Liliana Segrè, a vederla bene assomiglia un pà a ….

    • giùalnord Reply

      Esattamente ,ha una somiglianza raccapricciante con Mattarella.

  3. mi domando perchè in Italia esista il reato d’opinione solo per chi non è del pd o di sinistra… la profe ha chiesto ai ragazzi di usare il cervello e di non credere a tutte le manie di protagonismo che ci sono in giro e mi sembra un ottimo consiglio… fermo restando che tutti condanniamo quanto le è successo, le hanno intitolato una commissione che però sembra non faccia nulla.. doveva essere contro l’odio, ma se ad essere “odiato” è un cittadino italiano, magari pure di destra, allora non si deve intervenire… forse la professoressa ha proprio ragione!

  4. Eugenio Roncelli Reply

    In effetti la commissione di cui è a capo non ha svolto mai una riunione né preso una decisione: solo “pubblicità” a cui si è prestata. Attenzione a chi mi da del “fascista”: ho le carte in regole esattamente come la Segre.

  5. E quindi non si puo’ nemmeno piu’ dire che uno ci sta sulle palle, senza minacciare per giunta ?? E perche’ non doveva tornare ad insegnare?? Ci sono prof che negano le foibe e osannano i partigiani del dopo guerra, mi sembra peggio.

    • Poteva tranquillamente farlo in una qualsiasi conversazione privata tra amici o sui social, poiché esercitava il suo legittimo diritto di opinione ed espressione; prescindendo dall’essere o meno d’accordo.
      Per fare questo però non avrebbe dovuto assolutamente coinvolgere l’istituzione scolastica, come invece ha fatto.
      La sospensione è stata giusta e doverosa.

      • E quale istituzione scolastica avrebbe coinvolto?? Ma di che vai cianciando?? Ha detto la sua personale opinione a degli alunni esortandoli a pensare con le loro teste , punto.
        La sospensione e’ anticostituzionale, altro che doverosa.

  6. Questa vicenda fa il paio con quella, accaduta lo scorso anno, della docente che paragonò (impropriamente) i decreti sicurezza di Salvini con le leggi razziali del fascismo.
    Premesso che in quell’occasione la docente dimostrò una conoscenza scarsa (o nulla) della storia, materia che avrebbe dovuto insegnare, e solo ed unicamente per questo, il provvedimento della sospensione era più che doveroso; è intollerabile che degli insegnanti utilizzino l’istituzione scolastica per propagandare le proprie idee politiche o attaccare pubblici personaggi.
    La sospensione è stata giusta e doverosa anche in quest’ultimo caso; da rimarcare però l’assoluto silenzio della sx. quando, nel caso dello scorso anno, scese in piazza per difendere una docente completamente ignorante.

  7. @ Davide: tra il caso da lei citato e questo c’è una grossa differenza. Se l’insegnante che paragonava i Dl sicurezza di Salvini (il cui contenuto era già stato chiesto a Minniti proprio dai sindaci del PD) alle leggi razziali dava false informazioni, la professoressa in questione dava solo una sua opinione su un comportamento che, tra l’altro, viste le prese di posizione della Segre, sono più che condivisibili. Ci si potrebbe poi chiedere dove è stata fino al ’97 la Segre quando fu risvegliata dal suo letargo per attaccare il presunto fascismo di Berlusconi, e successivamente quello sempre presunto di Salvini e della Meloni. Di persone sopravvissute ai campi di concentramento ce ne sono parecchie e sembrerebbe che, l’unico motivo perché questa valga più di tutti gli altri, è solo per la profonda falsità della stessa, capace di vedere le pagliuzze altrui ma non le travi sue e dei suoi Kompagni. A questo punto, definirla semplicemente “persona in cerca di pubblicità”, a ben vedere è un complimento, non un’offesa.

    • Esatto Cecco61. Quella della prof. di Firenze e’ opinione personale , una invece faceva diffamazione e falsa informazione. Cose completamente diverse.

  8. Pierluigi Vernetto Reply

    Liliana Segre guadagna 246 mila euro l’anno ed e’ presente a meno del 20% delle sedute al parlamento. Questi sono fatti e non opinioni.

  9. Questa è l’ulteriore dimostrazione che la libertà di pensiero e/o di opinione sta gradualmente morendo, filtrata e censurata dal pensiero unico ritenuto proditoriamente e falsamente corretto. Quanto al “personaggio Segre” spiace che una donna del suo calibro, con la sua storia e la sua tragedia, si faccia tirare per la giacchetta e coinvolgere in una faida politica creata ad arte enfatizzando fenomeni che non esistono o che esistono in misura irrilevante. I fautori del “pensiero unico” hanno dato vita ad una commissione che porta il nome della Segre, sarebbe interessante sapere che cosa abbia fatto di concreto finora e perché non sia mai intervenuta contro l’odio che viene da sinistra a meno che le finalità della commissione non siano propedeutiche e complementari alla censura incombente.

  10. Giovanni Battista Scalmana Reply

    sono le stesse parole usate dalla criminale della br,quando definì “vittime di professione” i parenti dei morti che lei ha ancora sulla coscienza

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