Niente da fare per Salvini. La sua lista non può partecipare alle elezioni regionali in Toscana. Non stiamo parlando della Lega ma di Patto per la Toscana, che nel simbolo presentava la scritta “Roberto Salvini presidente“. Il Tar ha respinto il ricorso del consigliere regionale, di fatto confermando quanto deciso dalla Corte d’appello di Firenze. Il motivo dell’esclusione è noto: il simbolo può confondere gli elettori, visto che la scritta “Salvini”, grande su sfondo verde, è simile a quella che campeggia nel simbolo della Lega. Ma c’è scritto Roberto sopra Salvini, obiettavano quelli di Patto per la Toscana. Il carattere utilizzato, però, è molto più piccolo di quello scelto per il cognome.

Così il Tar ha motivato la propria decisione: “Il simbolo propugnato dai ricorrenti è idoneo a indurre gli elettori medi a credere che ad esso corrisponda il partito ‘Lega Salvini Premier’, ovvero una parte politica diversa da quella rappresentata dalla lista ricorrente”. In pratica gli elettori potrebbero fare confusione e apporre la croce sul Salvini sbagliato, perché i simboli sono confondibili.

C’è da dire che i rappresentanti di Patto per la Toscana erano stati invitati a modificare il simbolo. Come si legge sul Tirreno Roberto Salvini ha presentato ben tre contrassegni alternativi, lasciando la scelta all’Ufficio centrale regionale. Ma la legge non conferisce questa facoltà all’ufficio. Il simbolo sostitutivo, in pratica, deve essere indicato da chi si presenta non dagli organi di controllo.

Roberto Salvini non si arrende e preannuncia battaglia. “Il Tar della Toscana ha respinto il nostro ricorso – si legge su Facebook – lasciandoci fuori dalle elezioni. Roberto Salvini e il comitato dei 13 che coordinano il Patto per la Toscana sta consultandosi con diversi esperti e legali per valutare un ricorso elettorale urgente al Consiglio di Stato. Vi terremo informati”.

 

 

 

7 Comments

  1. I soliti infami di sinistra che non sanno correre lealmente e devono sempre rubare per stare al potere , nazisti Rossi

    • lotenzo van perg Reply

      guatrda che e’ un deluso dei vostri..e vendicativo come voi…lololpol

  2. Per essere credibile avrebbe dovuto scegliere una “presentazione diversa”.

  3. Adriano Zoin Reply

    La forza dell`abitudine del PCI, la volpe, combia il pelo, ma non il vizzio!!!

  4. Nello DeSabbiagra Reply

    Il nome, il colore (la faccia no, almeno quella!) possono fuorviare. Ma a tutti è sfuggita la SAGOMA della Toscana che è deformata per farla assomigliare a quella dell’Alberto da Giussano con lo spadone alzato del simbolo leghista. Pensate una persona anziana e/o con problemi di vista che distigue malamente: vede il verde “lega”, vede il nome, le pare di vedere la sagoma sfuocata dell’Alberto… Dove metterà la crocetta se voleva votare Salvini (originale)? Chiaramente un simbolo equivocoo per intercettare il voto di persone disabili o poco acculturate (come pensano siano i leghisti). Ma stavolta è andata stranamente buca. Per una volta, complimenti al TAR.

  5. Aurelio Vescovi Reply

    Negli anni ’60-’70 (ero ragazzino) leggevo sul giornale le notizie dei tafferugli che i comunisti scatenavano presso gli uffici elettorali all’atto della presentazione delle liste perche’ il simbolo della falce e martello fosse il primo ad essere depositato e quindi venisse poi stampato in alto a sinistra sulla scheda. Alcuni amici di famiglia, presidenti di seggio in quota DC, mi spiegarono che gli elettori comunisti avrebbero potuto far fatica ad individuare il simbolo tra tanti, mentre se era garantita la posizione fissa andavano a mettere la croce a colpo sicuro.

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