Consigliere regionale, quarantaquattro anni, Tommaso Fattori è stato capogruppo dell’opposizione di sinistra e presidente della Commissione per le Politiche europee e gli Affari internazionali. Ora si candida alla presidenza della Regione con la lista “Toscana a Sinistra”. È stato membro fondatore del Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, dove ha coordinato il gruppo internazionale, e dell’European Water Movement. Promotore dei referendum del 2011 contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali, è stato ambasciatore europeo della prima Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) giunta sul tavolo della Commissione a Bruxelles. Ha diretto Transform – il think tank della sinistra europea – e dal 2011 al 2014 ha collaborato come consulente con il Consiglio d’Europa a Strasburgo, come esperto in materia di servizi pubblici, beni comuni e diritti umani. L’Arno.it lo ha intervistato per chiedergli quale sia la sua idea di Toscana per il futuro.

Che Toscana vorrebbe tra dieci anni?
Vorrei una sola Toscana, dall’Appennino al mare, senza territori di serie A e di serie B. Una regione coesa, con servizi pubblici capillari e di qualità tutte le aree, e per questo abbiamo proposto un piano speciale per le isole, la costa, le aree montane e le periferie. Vorrei anche una regione imprenditrice capace di individuare settori strategici sui quali investire, puntando sulla conversione ecologica delle produzioni e sulla creazione di lavoro stabile e non precario.

Cosa l’ha spinta a candidarsi per la guida della Regione?
La necessità di proseguire e sviluppare il lavoro sul territorio avviato da tempo ma sopratutto l’obiettivo di governare questa regione con un progetto radicalmente alternativo al centrodestra e al PD. Serve un nuovo modello economico e sociale, con l’ambizione di costruire una Toscana felice.

Mi potrebbe indicare il difetto più grande del centrodestra e del centrosinistra in Toscana?
L’aver creato un blocco di potere unico, fatto di relazioni, di interessi, di scambi di favori, di equilibri massonici. Sempre più vicini e intrecciati fra loro, sempre più lontani dai bisogni delle persone.

Come valuta i principali sfidanti, Eugenio Giani e Susanna Ceccardi?
Si tratta di due proposte politiche che non presentano sostanziali differenze sul piano programmatico. Sulle principali questioni di interesse regionale Giani e Ceccardi sono d’accordo pressoché su tutto: sul maggior ruolo del privato in sanità, sulla cosiddetta “autonomia differenziata”, sulle mega-opere inutili e dannose come l’aeroporto di Firenze e nuove autostrade, sugli inceneritori o sui soldi alle scuole private. Non bisogna guardare le etichette ma la sostanza dei progetti politici.

Per giorni si è parlato della frase “candidato al guinzaglio”. Poi altre polemiche. Ma i temi forti che dovrebbero interessare davvero i cittadini quali sono?
Appunto. Al di là delle schermaglie verbali, utili solo a gettare fumo negli occhi, sarebbe bene discutere di progetti e di proposte. Vi è la necessità assoluta di rafforzare il tessuto della sanità territoriale pubblica e di dare un alloggio dignitoso a chiunque ne abbia bisogno. E occorre investire nella conversione ecologica delle produzioni ricostruendo settori produttivi strategici, attraverso una politica industriale verde. Altrettanto prioritaria è la transizione verso un’agricoltura priva di pesticidi. E naturalmente c’è la dimensione ecologica in senso stretto, che significa prima di tutto strutturare una vera economia circolare e costruire una filiera per il recupero di materia dai rifiuti.

Quali sono le prime tre cose che vorrebbe fare se fosse eletto Presidente della Regione?
Varerei un piano speciale di case popolari per dare un tetto a chiunque sia in lista d’attesa e finanzierei infrastrutture utili e diffuse sul territorio, creando lavoro. Ripubblicizzerei subito la gestione dell’acqua e finanzierei i progetti per la vita indipendente delle persone con disabilità grave.

Infrastrutture, la Toscana non è messa molto bene. Cosa mi dice a riguardo? Lei quali opere vorrebbe realizzare?
Finanzierei le opere indispensabili per il contrasto del dissesto idrogeologico, a terra e sui fiumi, raddoppierei tutti i binari unici, darei fondi per la manutenzione delle strade e dei ponti usati ogni giorno dai cittadini. Ponti che altrimenti crollano, come è accaduto ad Albiano. E investirei sulla infrastrutturazione digitale, in particolare sulla fibra ottica.

Tema aeroporti. Potremmo fare chiarezza, una volta per tutte, sugli scali di Pisa e di Firenze? Lei è a favore dell’allargamento di Peretola? Ma due aeroporti così vicini e in concorrenza possono convivere?
Siamo decisamente contrari, da sempre, alla nuova pista di Peretola che è del tutto incompatibile sia con il Polo Scientifico universitario sia con il parco agricolo della Piana, il polmone verde di una vasta area metropolitana. Se guarda la cartina vede che sarebbe come voler realizzare un aeroporto al posto del Central Park. Il Tar e il Consiglio di Stato, in più occasioni, hanno definito la nuova pista “incompatibile con il territorio e contraria all’interesse pubblico”. È evidente che l’aeroporto della Toscana è Pisa, da connettere strategicamente con il porto di Livorno, mentre Firenze non può che restare un piccolo city airport.

Che giudizio dà, complessivamente, del Governo Pd-M5S?
Che le devo dire? Nelle condizioni date di questo Parlamento è probabilmente il governo meno peggiore fra i possibili ma non è il mio governo. Lo trovo un accrocchio tra diversi senza un progetto politico. Non ha reintrodotto l’articolo 18, non ha messo mano al sistema dei contratti lasciando intatta una situazione di dilagante precarietà, non ha tagliato le spese militari, non ha cancellato i decreti sicurezza. E adesso, con il decreto semplificazione, ci presenta un interminabile elenco di mega opere che fa impallidire Berlusconi e Tremonti.

Se vuole può aggiungere qualcosa, magari un appello agli elettori…
Ai toscani e alle toscane vorrei dire che Toscana a Sinistra è l’unica proposta realmente alternativa per il governo della nostra regione: è un progetto che propone una svolta ecologista e di giustizia sociale al quale hanno già aderito le maggiori liste civiche della Toscana, organizzazioni politiche e tantissime persone le cui radici sono nei comitati, nelle associazioni, nel mondo sindacale. Quello che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni in Consiglio regionale e le nostre proposte per il futuro della Toscana sono raccolte e sintetizzate sul sito sinistratoscana.it.

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