Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, con un video su Facebook lancia la sua idea: “Riapriamo le scuole, almeno per l’ultimo giorno. Un gesto simbolico per i ragazzi, un messaggio importante al Paese”. Ma per quale motivo, viene da chiedersi? “Per salutare i compagni diventati invisibili e intoccabili – spiega il primo cittadino di Firenze – per sorridere agli insegnanti, diventati un’immagine su uno schermo”, un modo per “sdebitarci della nostra indifferenza” nei confronti di bambini e adolescenti.

“In questi mesi di emergenza sanitaria – prosegue Nardella – ci siamo dimenticati di chiederci come stanno, cosa desiderano, di cosa hanno bisogno i nostri otto milioni di bambini e adolescenti italiani. Il primo errore del lock down è stato quello di mettere i nostri bambini all’ultimo posto dell’agenda politica”. Il sindaco ricorda che “stiamo riaprendo tutto, dai teatri ai parrucchieri, dai ristoranti ai negozi di vestiti, non possiamo riaprire per un giorno ciò che conta di più per un Paese e cioè la scuola? Facciamolo, per non lasciare sospesa questa esperienza drammatica anche per i nostri figli e nipoti, per non lasciare loro la sensazione di essere stati abbandonati o l’amarezza di una società incapace di dare loro ciò che hanno diritto. Si può fare, si deve fare”.

La proposta-provocazione ha suscitato subito polemiche. Anche perché molti si chiedono: che senso ha riaprire le scuole per un giorno soltanto? Non è meglio pensare a cose più importanti, tipo la ripartenza della scuola, a settembre, in condizioni ottimali, oppure l’aiuto alle famiglie per la gestione dei ragazzi durante l’estate?

Alessandro Draghi, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Vecchio, critica duramente Nardella: “Mentre l’Italia intera e il mondo stanno valutando attentamente gli effetti sanitari posteriori alla fine del lockdown, se i casi di contagio siano in leggera ripresa, specialmente fra i giovani come ammettono alcune fonti, oppure se l’arrivo del caldo abbia definitivamente abbassato il rischio di trasmissione del virus, il sindaco interviene come un fulmine a ciel sereno sul tema della scuola proponendo la riapertura simbolica anche solo per un giorno. Mi chiedo a che fine?”.

“Comprendo che bambini e ragazzi abbiano la necessità di poter salutare i loro amici, compagni e perché no le loro insegnanti – prosegue Draghi – ma tutto ciò ne vale veramente la pena? Il gioco non vale la candela in un momento come questo: abbiamo giusto appreso che in questo fine settimana la gente in centro che ha frequentato le piazze non si è comportata in maniera responsabile. I bambini e i ragazzi più piccoli sono quelli più a rischio malattie infettive e possono far ripartire i focolai”.

“Si pensi ad organizzare al meglio i centri estivi da metà giugno – conclude Draghi – attraverso gli orti sociali o i laboratori per evitare gruppi troppo numerosi. Per quanto riguarda invece la scuola mi ascolti sindaco Nardella: ripartiamo a settembre in sicurezza, con la dovuta malinconia di non poter salutare la propria classe”.

1 Comment

  1. mortimermouse Reply

    la piena e lapalissiana evidenza che solo un babbeo comunista grullo come nardella poteva prendere in giro gli italiani con queste bislacche affermazioni….manco fosse uscito dal manicomio!

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