L’accusa chiede sette anni di reclusione per la donna di Prato che ha avuto un figlio da un tredicenne. La richiesta è arrivata a termine delle requisitoria al processo che vede alla sbarra la donna, insieme al marito. Nei confronti di quest’ultimo la procura ha chiesto due anni di pena, per aver assunto la paternità del bambino pur sapendo di non essere il genitore. La requisitoria, al tribunale di Prato, è durata in tutto quattro ore. Presenti, in aula, entrambi gli imputati.

È stata ricostruita tutta la vicenda, venuta alla luce nel marzo 2019 quando il ragazzo vuotò il sacco a sua madre, parlandogli dei rapporti che aveva avuto con la donna che gli impartiva lezioni private di inglese. La donna deve rispondere di atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore, oltre che al reato, in concorso col marito, di alterazione dello stato civile.

Dopo il racconto del ragazzo scattò la denuncia e partirono le indagini. L’esame del dna confermò che l’ultimo figlio avuto dalla donna che dava ripetizioni al ragazzo era effettivamente stato concepito dal minore.

Tra accusa e difesa c’è un duro scontro sulle date: i rapporti sessuali avvennero prima o dopo il compimento del quattordicesimo anno da parte del ragazzo. Il particolare, ai fini della gravità del reato, non è secondario.

Scrivi un commento