Durissime polemiche per alcune infografiche (con tanto di simbolo di un partito) in cui si parla delle mascherine distribuite dalla Regione Toscana per l’emergenza coronavirus. Forza Italia protesta a gran voce: “Via il logo Pd dall’infografica della Regione Toscana sulla distribuzione di mascherine, che restano comunque introvabili, o vado alla Corte dei conti”. Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Maurizio Marchetti, è indignato: “Le mascherine, sempre che si trovino e per il momento non è ancora così se non con modalità dubbie, sono della Regione Toscana. Questo significa di tutti i cittadini, acquisite ed erogate con soldi pubblici e non di un partito. Nel manifesto c’è scritto chiaro: “Dalla Regione Toscana” arrivano le mascherine. Cosa c’entra il Pd? L’istituzione non è roba loro, e chiedo formalmente che quell’infografica venga ritirata. Subito. La Regione rappresenta tutti i toscani, non solo quelli che votano Pd. E il Pd ai toscani non ha dato un fico secco, altro che mascherine”.

Marchetti prosegue dicendo che farà “tutto quanto necessario per arrivare a capire come sia stata finanziata la campagna grafica in questione, dopodiché se l’ha pagata il Pd, allora bisogna che si attribuisca il merito diretto del milione e mezzo di mascherine fantasma senza far cenno alla Regione né a parole né col logo. Se l’ha pagata la Regione e il simbolo Pd non sparisce a tempo zero, vado alla Corte dei conti. Promesso”.

La replica del Pd

“Il capogruppo di Forza Italia sogna un mondo tutto suo, in cui lui può attaccare la Regione sulle mascherine e noi come Pd non possiamo dire niente, neanche informare i cittadini dalla nostra pagina Facebook e con la nostra struttura”, dichiara Leonardo Marras, capogruppo del Pd in Consiglio regionale della Toscana. “Questo è accaduto, come sempre accade quando vogliamo comunicare a chi ci segue sui social cosa facciamo e condividere le iniziative della giunta regionale. Non abbiamo ‘marchiato’ con il nostro simbolo un’infografica della Regione, ne abbiamo fatto una nostra che, come sempre, abbiamo firmato. Marchetti si è sbagliato di grosso e chieda scusa pubblicamente. Se invece fa sul serio gli mando un disegnino che mi faccio fare da mio figlio affinché comprenda meglio”.

La controreplica di Forza Italia

“Caro Marras, disegnini ne avete fatti anche troppi. E quello sulle mascherine è come minimo un inopportuno scivolone in cui si mette il bollino di partito su un’iniziativa istituzionale tipo l’adesivino azzurro sulle banane di una nota marca. Ma le istituzioni non sono colonie di partito, tant’è che la Regione presto passerà di mano. Dalla Regione Toscana arrivano le mascherine, non dal Pd – rincara Marchetti – e mi stupisco che non sia la stessa Regione a chiedere di non venire strumentalizzata a fini di campagna elettorale. Mi stupisco che non siano le altre compagini di maggioranza a chiedere il rispetto della separazione tra quel che è politico e quel che è istituzionale. Mi stupisco anche di altro, nella risposta che Marras mi rivolge, ma non voglio entrare nell’utilizzo che sceglie di fare delle sue relazioni familiari, dopodiché se mi vorrà regalare un disegno del suo bimbo ne sarò lieto e lo incornicerò per metterlo in ufficio. Ma non mi venga a dire che deve passar per normale che il Pd si faccia campagna elettorale con un’iniziativa istituzionale, l’acquisto e distribuzione delle mascherine di protezione individuale, messa in campo coi soldi pubblici. I toscani quelle mascherine, se vogliamo dirla tutta, non le ottengono gratis ma le pagano con le loro tasse. Se poi proprio Marras vuol mettere il cappello di partito su un’operazione sghimbescia per mascherine che la gente non riesce a ottenere, distribuite in alcuni casi solo dopo aver fatto la spesa e non validate a dovere faccia pure. Non penso giovi nemmeno a lui. Io non so se vivo in un mondo tutto mio. Di certo mi onoro di non vivere nel suo che addomestica le istituzioni per vantaggio politico in un momento tanto delicato e su una questione scottante come i dpi. Altro che scusarmi io. Vi conosco, mascherine…”.

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