Che male c’è a fare una grigliata tra amici il giorno di Pasquetta, magari dopo una partitella di pallone? Nulla, se non fosse che in questo periodo di emergenza coronavirus sono vietati gli assembramenti. Di persone che hanno sgarrato ce ne sono state diverse. Alcune sono state colte sul fatto e sanzionate. Il caso più clamoroso è quello di Palermo, dove sul tetto di un palazzo si erano radunate decine di persone con tanto di barbecue, sedie, tavoli e musica. Per farli desistere è intervenuto anche un elicottero delle forze dell’ordine.

Un episodio simile, come ricostruito da La Nazione, si è verificato a Firenze, nel carcere di Sollicciano, nel pomeriggio del lunedì dopo Pasqua. A organizzare la grigliata sono stati alcuni agenti di polizia penitenziaria, con i loro familiari. Si parla di alcune decine di persone. Hanno giocato a pallone nel cortile. I cronisti del quotidiano fiorentino sono andati sul posto per verificare se la segnalazione ricevuta fosse vera o meno: “Una notizia talmente surreale – si legge nell’articolo – da sembrare uno scherzo. Invece le immagini delle foto scattate dai nostri reporter parlavano da sole. Tutto vero”.

Due agenti, a bordo di un’auto di servizio, pattugliavano la zona impedendo di avvicinarsi. Dal cortile si udivano, inconfondibili, le voci di una festicciola in piena regola, con tanto di brace pronta per arrostire la carne. Qualcuno ha pensato che fosse in atto una forma di protesta da parte dei detenuti. Ma non era questo il caso. Non c’erano urla sguaiate né materassi dati alle fiamme, come abbiamo visto accadere a marzo per le proteste in diversi istituti di pena di tutto il Paese. In questo caso si trattava “solo” di una festicciola tra agenti di polizia penitenziaria, con tanto di risate e brindisi.

Eleuterio Grieco, segretario Uil Penitenziari, afferma che “gli agenti hanno commesso una leggerezza, non possiamo giustificare, ma è opportuno dire che tutti loro vivono già tutti assieme nella stessa caserma in stanze da due o tre, dove le distanze di sicurezza non ci sono”.

Il direttore del carcere, Fabio Prestopino, lunedì si trovava fuori Firenze. Chiamato al telefono da un funzionario della vicina casa circondariale a custodia attenuata, che sentiva alcune voci dal cortile del carcere, il direttore si sarebbe subito attivato per accertarsi di cosa stava accadendo, ricevendo rassicurazioni che era tutto in regola. Prestopino si è detto rammaricato per quanto accaduto “inopportunamente e senza alcuna comunicazione né autorizzazione da parte mia o del comandante del reparto”. Ha poi aggiunto che “sulla vicenda sono in corso accertamenti interni”. Direttore e capo della polizia penitenziaria sono stati convocati dal provveditore regionale del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Non si esclude che, una volta accertati i fatti, chi ha partecipato alla festa subirà sanzioni disciplinarie ed anche quelle previste dai decreti anti assembramento per contrastare il coronavirus.

 

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