Per cercare di uscire dalla crisi di questi giorni, con le disdette che si susseguono a ritmo impressionante, un albergatore di Firenze si è inventato una mossa e effetto: lo “sconto coronavirusfree”. Che tradotto in soldoni vuol dire -40% sul prezzo di tutte le stanze disponibili.

La situazione è difficile, come racconta Yuri Gheri a Firenze Today. L’anno era partito bene, poi sono arrivati i problemi. E pensare che marzo sarebbe stato un mese favorevole, considerate le gite scolastiche che, in una città come Firenze, sono molto gettonate. Oltre a tutti gli altri turisti. Ma il coronavirus non perdona e i suoi effetti si fanno sentire. “Se i pochi prenotati che ho arriveranno davvero – rivela l’albergatore fiorentino – incasserò in tutto metà di quello che devo pagare per l’affitto delle mura”.

Il suo è un piccolo albergo, con undici camere e 25 posti letto. Ma la situazione non è diversa per le strutture più grandi. Tutti soffrono. E se chi è piccolo cerca, come può, di arrangiarsi, i grandi hotel mettono in conto la necessità di tenere a casa i lavoratori. Questione di sopravvivenza. Se le cose non cambieranno (in meglio) Gheri dovrà chiudere.

Giancarlo Carniani, presidente Confindustria sezione alberghiera, spiega che “Questa crisi è peggiore di quella della guerra del Golfo e dell’11 settembre. Abbiamo disdette fino ad agosto, abbiamo messo i dipendenti in ferie, non assumiamo gli stagionali, migliaia di persone, io stesso ne prendevo venti in questo periodo ed ho bloccato tutto, ma possiamo reggere al massimo due mesi, poi si tratterrà di salvare le aziende. Serve l’ aiuto di Comune e Stato, ad esempio sulla cassa integrazione. In uno dei tre alberghi del mio gruppo ieri avevo una sola camera occupata”.

La stima dei danni parla di 120 milioni fino a dicembre, ma il dato purtroppo è destinato a salire. Gli addetti ai lavori pensano già alla seconda parte della stagione, cercando di limitare i danni il più possibile, nella speranza che il corona virus diventi, al più presto, solo un brutto ricordo.

Foto: Wikipedia

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