Paolo Lazzari

Era nell’aria, ma davvero nessuno si aspettava che potesse succedere. Per quanto il condizionale resti d’obbligo – specie in casi come questo – sembra proprio che Rocco Commisso abbia deciso di abortire il progetto del nuovo stadio alla Mercafir. Fonti molto vicine al club gigliato fanno sapere, fin dalle prime ore di questa mattina, che la pazienza del tycoon arrivato a Firenze per sovvertire logiche di potere e di classifica, è terminata. Quel “fast, fast, fast” ripetuto quasi come un mantra, fin dal suo sbarco in Italia, non ha del resto trovato applicazione riguardo al nuovo impianto: avviluppato nella soffocante morsa della burocrazia italica, è gradualmente degenerato in un marchio di fabbrica del Bel Paese: “Slow, maybe”. Rocco, uomo d’azione che rapida segue ai concetti, non sembra poter tollerare oltre le lungaggini di un sistema sempre più avvitato su se stesso. La decisione – che avrebbe del clamoroso ma non troppo – sembra quindi quella di non partecipare al bando per l’area Mercafir che il Comune di Firenze emetterà. Troppo alto il margine di rischio di una simile operazione: al netto delle rassicurazioni molteplici del sindaco Dario Nardella, la Fiorentina resta una società privata che, in quanto tale, deve rimanere attenta a coltivare i suoi interessi. Tutto il board gigliato ha ripetuto, da tempo, che il costo per l’utilizzo dell’area (22 milioni di euro, ndr) è eccessivo, aggiungendo dubbi rispetto alla presenza di altri soggetti forti. Come dire: non è neppure detto che, partecipando al bando, vinca la Fiorentina. Certo, se questa decisa virata dovesse essere confermata, la fiorentinità ne uscirebbe quantomeno scalfita, ma tant’è.

Sul piatto resterebbe l’ipotesi di un restyling del vecchio e decadente Franchi, non fosse che a questo punto Rocco sembra aver scartato anche questa: l’impossibilità di abbattere le curve e di innovare la struttura, realizzando un nuovo grande impianto coperto (in questo caso il muro è stato alzato dalla soprintendenza, ndr) ha gettato acqua sul fuoco, facendo scemare l’interesse del club. L’unico baluginio ancora acceso pare rimanere quello correlato allo stadio “fuori porta”, nel Comune di Campi Bisenzio: un’idea che Commisso e Joe Barone hanno accarezzato spesso e che, per forza di cose, ha innescato la reazione preoccupata di Nardella. Sotto questo profilo i colloqui viaggiano ancora, anche in forza della grande disponibilità mostrata dall’amministrazione di Campi che, inevitabilmente, cerca di cogliere un’occasione storica.

Per l’uomo venuto dagli States, peraltro, non si porrebbero problemi rispetto ad una collocazione decentralizzata rispetto a Firenze: Rocco ha ripetuto più volte che questo – anche e soprattutto in un’ottica di comodità per i tifosi – è uno scenario assolutamente all’ordine del giorno negli Usa. In attesa di probabili contromosse da parte di Palazzo Vecchio, l’aria che tira – anche se solo per qualche manciata di km – sposta la Fiorentina oltre i confini della città.

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