Paolo Lazzari

La psicosi è servita. Il coronavirus che si propaga a partire dal nord Italia reca con sé un allarmismo a cascata che, anche in Toscana, sembra ignorare le classiche mezze misure. Un caso emblematico è quello di Lucca: nella città murata non si registrano casi ufficiali, ma in questi giorni la centrale operativa del 118 è stata letteralmente presa d’assalto. La stima è di una a tre: almeno una telefonata ogni tre aveva per tema la sensazione ed il timore, da parte di chi stava dall’altro capo della cornetta, di aver contratto il virus. In molti casi – raccontano gli operatori – è bastata qualche linea di febbre, una banale congiuntivite, oppure un raffreddore, per innescare la fobia collettiva. Per quanto le linee siano state intasate, tuttavia, in nessun caso sono stati riscontrati i criteri sanciti dal protocollo Asl e destinati a sollevare l’asticella dell’attenzione: un recente viaggio in Cina, il contatto con un paziente che ha contratto il virus, la visita ad un mercato cinese di fauna selvatica.

La paura del contagio da Covid19, in sostanza, ha fatto da leva congestionando le linee ed impedendo a molti di segnalare problematiche reali. Un assalto alla diligenza, con gli operatori costretti a vivere una vera e propria trincea telefonica, bersagliati di domande da interlocutori trasversali, dai più giovani agli over settanta. Una mole infinita di chiamate evitabili, sospinte dalle notizie allarmanti citate dai media. Dal canto suo l’Asl parla comunque di “situazione sotto controllo”, invitando ad evitare per quanto possibile gli ingressi nei presidi ospedalieri. Anche per questo – un elemento che accomuna tutti gli ospedali della Toscana – si sta lavorando al fine di istituire un unico ingresso controllato, che vada a sostituirsi al pronto soccorso. Chi vive una situazione di dubbio può contattare il numero 1500, oppure comporre il numero fisso regionale 800556060.

Dal San Luca, intanto, fanno sapere che non ci sono pazienti in sorveglianza attiva, ma questo non basta per arginare il timore globale. Prova ne sia anche la corsa ai generi alimentari primari, all’interno dei supermercati: una tendenza che in questi giorni spopola – affiancata all’acquisto spasmodico di mascherine – e che pone davanti agli occhi intere gondole di prodotti a lunga scadenza letteralmente saccheggiate. A ruba anche i prodotti disinfettanti, con l’Amuchina eletta a nuovo bene di lusso e i detersivi.

Nel frattempo il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, fornisce indicazioni e aggiornamenti tramite i suoi profili social: “In merito all’allarme coronavirus – scrive – come presidente della conferenza zonale dei sindaci della piana di Lucca sto seguendo l’evolversi della situazione in Toscana. Vi prego di fare riferimento alle informazioni diffuse da fonti ufficiali e in particolare dall’Azienda USL Toscana Nord Ovest. Domani alle 10 sarò a Pisa assieme ai rappresentanti dei territori che fanno parte delle province di Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa. Subito dopo provvederò alla convocazione della conferenza dei sindaci della piana di Lucca per condividere assieme eventuali iniziative o provvedimenti e diffondere le informazioni alla cittadinanza”.

Una task force, dunque, che dal livello regionale allarga le sue maglie sul territorio: anche a Lucca, del resto, si sono verificati alcuni casi sospetti. I tamponi effettuati fino a qui hanno scongiurato il rischio, ma la prudenza sembra non essere mai troppa. Per questo è allo studio l’istituzione in tempi rapidi di un unico check point, sia per l’ospedale di Lucca che per quelli di Barga e Castelnuovo. Con un’avvertenza: chi presenterà sintomi febbrili o tosse dovrà arrivare già munito di mascherina.

 

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