Di certo le capacità non mancano a quel gruppetto di ragazzi che, dopo aver violato un registro elettronico di classe, hanno cancellato le loro assenze. Si sono comportati da veri e propri hacker, attraverso un trojan, un programmino che, una volta inserito nel sistema elettronico, permette un accesso a distanza. Ovviamente si tratta di un’attività illegale. Così come illegale è ciò che hanno fatto questi ragazzi, che ora rischiano da uno a quattro anni di carcere, con un forte sconto di pena (in pratica la metà rispetto a quella prevista) in virtù della giovane età e dell’assenza di precedenti.

Come scrive il Tirreno i dieci studenti la procura presso il tribunale dei minori di Firenze li ha indagati, a vario titolo, per i seguenti reati: accesso abusivo a sistemi informatici, falsità materiale in atti pubblici, danneggiamento di banche dati dello Stato.

Due baby hacker dopo aver immesso il trojan nel server della scuola hanno avuto accesso alle password dei professori e, in questo modo, sono penetrati nel registro di classe. Gli altri otto ragazzi, amici dei due hacker, hanno beneficiato dell’intrusione informatica vedendosi cancellare le assenze non ancora giustificate prima che partisse la segnalazione prevista ai genitori. Lo 007 che ha scoperto l’accesso al sistema informatico della scuola è stato il preside. E dalla sua segnalazione è partita l’indagine della Polizia postale.

Nel linguaggio informatico il trojan (cavallo di Troia) indica un tipo di malware, ossia un programma usato per disturbare le operazioni svolte dall’utente di un computer. Solitamente il trojan si nasconde all’interno di un altro programma apparentemente innocuo. Eseguendo o installando quest’ultimo programma l’utente senza accorgersene attiva anche il codice del trojan. Sempre più diffusi i trojan spesso non sono riconoscibili dagli antivirus.

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