Andrea Bartelloni

In seguito alla pronuncia della Corte costituzionale il tema dell’accompagnamento al suicidio torna d’attualità ed è stato oggetto di una serata nella sala dell’ex Cinema don Bosco a Marina di Pisa. Come i precedenti incontri sul tema hanno visto l’organizzazione da parte del dottor Enrico Puccini e la presenza, venerdì 7 febbraio, dell’onorevole Stefano Ceccanti, deputato e docente di Diritto costituzionale all’Università di Roma “La Sapienza”. In sala erano presenti alcuni medici tra i quali il direttore dell’ U.O. Anestesia e Rianimazione 6 di Cisanello, dottor Paolo Malacarne.

L’onorevole Ceccanti ha spiegato come la Corte costituzionale si sia mossa dopo che era scaduto il tempo lasciato al Parlamento per legiferare: con la recente sentenza “lo Stato tutela il diritto alla morte naturale e punisce coloro che violano questo diritto, eccetto quando ricorrono i quattro i requisiti indicati dalla Consulta). Siamo a questo punto. Quando e se il Parlamento si esprimerà con una legge su questa materia avremo (se l’avremo) qualche prospettiva in
più oltre questo stato di fatto”.

La Corte costituzionale nelle sue conclusioni lascia infatti il reato di aiuto al suicidio, ma si astiene dal punire quando si presentino tre condizioni oggettive e una soggettiva. Le oggettive: presenza di una patologia irreversibile con sofferenze fisiche e psicologiche e ci sia la presenza indispensabile di sostegni vitali; condizione soggettiva che il paziente possa prendere una decisione libera e consapevole. Poi ci deve essere il parere favorevole del comitato etico e la procedura deve essere messa in atto in una struttura pubblica.

La discussione si è incentrata sulla necessità da parte del Parlamento di legiferare in materia per non lasciare che sia sempre la magistratura a fare questa funzione in assenza di leggi chiare. Durante il dibattito si sono sentite voci diverse in materia; chi ritiene necessaria una legge e chi pensa che questa possa essere sempre messa in discussione dai giudici o che si possa prendere una strada che porta verso l’eutanasia.

Il dottor Malacarne, portando la sua esperienza anche drammatica di rianimatore, ha fatto riflettere i presenti sul tema del sostegno vitale e cosa si debba così intendere: la ventilazione non invasiva, il sostegno vitale continuo o parziale, la dialisi? Tutte queste pratiche sono sostegno vitale? E quante ne verranno in futuro? “Il diritto – ha concluso – dovrebbe essere ‘gentile’, dare una cornice e lasciare spazio alla relazione medico- paziente”.

È intervenuto anche Giuseppe Stefani, infermiere coordinatore rianimazione e trapianti che ha riportato il fatto che il fine vita viene gestito in modi diversi nei vari reparti ospedalieri. Un momento quasi tutto a carico dell’assistenza infermieristica. Il dottor Puccini ha sottolineato la necessità di migliorare il rapporto medico paziente dove quest’ultimo è ancora l’anello debole che forse non viene ascoltato come dovrebbe e che, comunque ogni richiesta di suicidio è un fallimento.

Sarebbe opportuno incrementare le strutture volute dalle Legge 38 che regolano l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore e mettere sempre più in pratica la Legge 219 sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento. È intervenuto anche il parroco di Marina di Pisa, don Messias Barsella, che ha ricordato la posizione netta contro il suicidio da parte della Chiesa come pure la contrarietà verso l’accanimento terapeutico. Per quanto riguarda i casi arrivati all’onore della cronaca pare che ci sia stato più un motivo ideologico che medico e sull’opportunità di una legge, ha sottolineato don Barsella, rimangono delle perplessità specialmente dove potrà condurci, ma la speranza cristiana risulta essere sempre il miglior conforto per affrontare serenamente il fine vita offrendo al Signore le inevitabili sofferenze.

La serata si è conclusa con la promessa da parte dell’on. Ceccanti di seguire l’iter dell’eventuale legge che sul tema “dovrà rimanere sempre all’interno dei paletti posti dalla Corte costituzionale con la sentenza 242/2019”. I paletti resisteranno alle spinte per allargarli? E, forse, come dice la Corte costituzionale sarebbe opportuno riconoscere “al medico la valutazione caso per caso, avendo come faro esclusivo la propria coscienza?”.

Si può vedere la registrazione della serata su
https://www.radioradicale.it/scheda/597627/dopo-la-sentenza-corte-costituzionale-sul-suicidio-assistito-quale-legge-sul-fine-vita

Andrea Bartelloni

Foto: Radioradicale.it

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