Flavio Ognissanti

Ci eravamo lasciati con una squadra che giocava un calcio spettacolare che, nell’ultima partita a San Siro contro l’Inter, metteva sotto Skriniar e compagni sfiorando il colpaccio e anche un pareggio sarebbe bastato per salvarsi in A. Una salvezza che, nel finale di campionato, avrebbe anche meritato la squadra di Andreazzoli. Oggi l’Empoli rischia addirittura la retrocessione in serie C, navigando in piena zona playout nell’attuale serie B che vede il Benevento di Inzaghi grande dominatore del torneo.

Non basta essere il terzo monte ingaggi e un mercato che ha visto un esborso totale di quasi 12 milioni di euro per vincere in serie B. Servono idee chiare e scelte giuste. Tutti si sarebbero aspettati una squadra che lottasse per la promozione diretta in serie A. E invece le cose non sono andate come si sperava.

Ma i mali nascono da lontano, ad un anno fa, quando nel mercato invernale l’allora tecnico azzurro Beppe Iachini chiedeva al presidente Corsi dei rinforzi precisi per migliorare la squadra. Quei rinforzi non sono mai arrivati e si arrivò allo scontro con il tecnico, adesso alla Fiorentina, che se ne andò sbattendo la porta ma lasciando la squadra virtualmente salva in classifica.

Il presidente Corsi nella sua esperienza si è sempre rivelato un grandissimo venditore. Da Saponara venduto alla Fiorentina per 12 milioni di euro nel 2017 alle recenti cessioni di Caputo, Bennacer, Di Lorenzo e Krunic che hanno fatto entrare nelle casse ben 40 milioni di euro. A questa somma va aggiunto l’assegno che arriverà dal Sassuolo a giugno per il riscatto di Traore, altri 15 milioni per l’Empoli. Insomma, parliamo di cessioni che avrebbero potuto essere tesoro per un immediato il rilancio. Ma le cose non stanno andando come si sperava.

Dei soldi incassati, ben 27 milioni serviranno per costruire il nuovo stadio di proprietà. Un investimento utile per il futuro della squadra, un vero e proprio regalo per la città e per i tifosi. Ma il campo ad oggi non regala le stesse certezze. Acquisti sbagliati, giocatori strapagati (vedi La Gumina) e scelte tecniche molto discutibili stanno facendo sprofondare l’Empoli in campionato.

L’Atalanta insegna che con una programmazione all’altezza le cessioni possono far diventare ancor più forte la squadra con una crescita esponenziale anche fuori dal campo.

Certo, nessuno chiede la Champions League dalle parti del Castellani ma una seria A all’altezza della storia azzurra si può fare. I soldi nel calcio sono importanti, inutile negarlo, ma ancora più importante è la programmazione e le idee.

Una rosa che al suo interno ha giocatori di valore come Antonelli, Dezi, Ciceretti, Stulac, La Gumina, La Mantia non può lottare per non andare in serie C.

Uno dei primi grandi errori forse è stato quello di non aver dato continuità tecnica alla squadra, convincendo Andreazzoli a restare con un progetto all’altezza della situazione. Corsi ha così scelto Cristian Bucchi, poi dopo è toccato a Roberto Muzzi e adesso toccherà a Pasquale Marino guidare la riscossa azzurra. Insomma, un vero e proprio disastro con i giocatori che si ritrovano con il terzo allenatore diverso in pochi mesi.

Nel mercato di gennaio il direttore sportivo Accardi si è scatenato portando giocatori di spessore in squadra, pensiamo soprattutto a Ciceretti e a La Mantia. Ma fino ad oggi i risultati non stanno dando ragione alla società.

La squadra non è serena, soffre probabilmente di pressione eccessiva con delle aspettative molto alte. Come detto, i nomi e i soldi non vanno in campo. Lo dimostra la stagione del Pordenone. Idee, programmazione, scelte giuste. Ma il tempo c’è e la zona playoff, non è poi così lontana visto che la classifica è molto corta.

Flavio Ognissanti

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