Paolo Lazzari

Il sapore quasi smarrito della vittoria torna ad esplorare i palati dei fiorentini. E che vittoria, verrebbe da dire. La Fiorentina espugna il San Paolo e – al netto della crisi che sta avviluppando i partenopei da settimane – si tratta di un risultato che sovverte i pronostici e, forse anche per questo, diventa ancora più bello. Finalmente cinica, compatta, agonisticamente cattiva, ma anche giudiziosa quando serve, la viola di Beppe Iachini porta a casa il terzo successo di fila in 8 giorni. E pensare che potevano essere addirittura quattro, se il Bologna non avesse afferrato il pareggio nell’extra time al Dall’Ara.

Il vero vincitore è proprio lui, l’uomo con il cappellino perennemente indossato per proteggere gli occhi e quella bocca che schiuma a intermittenza rabbia e voglia di superare gli ostacoli. Perché, diciamoci la verità, davvero in pochi avrebbero puntato anche solo cinquanta centesimi su questa partenza quasi missilistica di Iachini. La Fiorentina continua ad avere lacune e problemi – il mercato, a partire dall’arrivo di Cutrone, è lì per correggere il tiro – ma la squadra molle e avulsa dalla sua storia vista con Montella sembra un ricordo che si sgretola nel tempo. Quello dei gigliati è un crescendo irresistibile: domato il coriaceo Bologna del guerriero Miha; controllata la Spal dell’amico Semplici; mandata clamorosamente fuori giri la super Atalanta del polemico Gasp e, infine, sbancato il San Paolo. Gattuso ha affastellato 4 sconfitte in 5 gare, ma il campo raccontava pur sempre un dislivello tecnico impressionante: la viola di Iachini ha saputo colmarlo andando a contestare il pallone agli avversari in ogni zona di campo e verticalizzando veloce ogni volta che si è presentata una chance.

Chiesa è finalmente tornato al gol e comincia a riprendersi la squadra sulle spalle. La rete di Vlahovic è una gemma rara e, con Cutrone, il reparto ha assunto un peso specifico tutto nuovo, in attesa del ritorno di Re Franck. Con poche semplici mosse Iachini ha riavviato un motore che tossiva da tempo: sbrogliato l’equivoco tattico Badelj – Pulgar in favore del secondo, ha chiesto ai suoi di interpretare il calcio in modo concreto, senza fronzoli. Certo, in mezzo, continua a poter contare su un Castrovilli assolutamente dominante: se prosegue così, a giugno, si vedrà cucita addosso un’altra maglia da titolare, quella azzurra.

Anche Commisso è finalmente felice, ma guai ad abbassare la guardia: a questa squadra servono ancora innesti per ridurre il gap dovuto ad una coperta eccessivamente tirata. Una volta al completo, la Fiorentina sarà pronta a riscrivere del tutto il suo personale destino, accelerando al giro di boa della stagione.

Paolo Lazzari

Foto: Acf Fiorentina (Instagram)

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