Come ben evidenziato da un reportage pubblicato dal quotidiano il Tirreno, nella tenuta di San Rossore la spiaggia è sempre più sottile. Ogni anno una fetta viene mangiata dal mare. Un fenomeno, quello dell’erosione, che interessa molte spiagge italiane e che può essere accelerato, o rallentato, a seconda dell’intervento dell’uomo. C’è da fare qualcosa prima che sia troppo tardi. Senza dimenticare la necessità di valutare accuratamente, con tutti gli studi scientifici del caso, gli effetti delle azioni che si intraprendono (vedi porti, dighe, ecc.). Su questo tema vi proponiamo un intervento degli Amici di Pisa.

Dopo aver ascoltato anche quanto sostenuto, da esponenti del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, gli Amici di Pisa ribadiscono la necessità di estendere gli studi predittivi sulla possibile erosione del litorale anche sulla costa del Gombo del Parco Nazionale di San Rossore, come sostenuto anche dall’Ente Parco oltre a quello programmato dal Comune di Pisa. Certo, il dragaggio della foce è un pegno da pagare alla natura e dopo queste ultime mareggiate, che ha creato innumerevoli danni specialmente sulle coste di San Rossore, causate dal forte vento e piogge la preoccupazione degli Amici di Pisa aumenta. Nel corso degli anni è sorta negli abitanti di Marina, che una causa dell’erosione sia dovuta anche dalla corrente dell’Arno. Negli anni scorsi il nostro sodalizio ha organizzato più convegni in merito al fenomeno erosivo e la teoria del mancato apporto di sabbie del fiume Arno è affiorata più volte, non come causa principale ma come concausa.

Non potremo permettere che il litorale pisano perda la sua costa: abbiamo la convinzione che, allungando le dighe con la creazione di un muro alto 15 metri di scogliere estese in mare aperto per 1500 metri nel porto di Livorno, scavando i fondali, con chissà quale melma oleosa (che verrà smaltita dove?) non possa non accelerare l’erosione del litorale. La costa che va da Livorno fino a Bocca di Magra è tutta sabbiosa e con fondali bassi, quindi si regge su equilibri molto precari, basta una mareggiata o un semplice manufatto umano per alterare le correnti marine costiere e provocare quindi devastazioni ed erosione di ampi tratti di costa sabbiosa.

Così vediamo a Marina di Massa, dopo la costruzione delle dighe del porto di Carrara, a Viareggio per quello peschereccio, a Marina di Pisa per le dighe del porto di Livorno costruite a partire dal 1860, inoltre per aver modificato la foce del canale Scolmatore, costruendo recentemente la foce armata per favorire la navigazione peggiora il fenomeno erosivo a Calambrone.

Ricordiamo anche l’inquinamento delle acque dovuto agli scarichi delle acque di zavorra, utilizzato dalle navi per bilanciare la distribuzione dei carichi a bordo, per non parlare delle alghe tossiche, rilevate in alcuni mesi dell’anno a Marina di Pisa. E poi se il livello del mare si alza, come previsto, renderà la Darsena Europa già vecchia prima di nascere, e cambierà anche il livello fluviale. Quindi vorremmo conoscere i risultati degli studi preliminari effettuati dall’Autorità Portuale, che fecero decidere di non iniziare quello studio in vasca maggiormente predittivo e attendibile rispetto all’andamento delle correnti marine e di possibili fenomeni erosivi, come da accordi presi nella conferenza dei servizi tenutasi al Ministero nel 2017.

Il Presidente degli Amici di Pisa
Stefano Ghilardi

Foto: Parco San Rossore (Flickr)

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