A Natale, si sa, certi lavori vanno in affanno. Sembrerà strano ma anche i postini soffrono. Non per le troppe lettere di auguri, sempre meno in voga nell’era digitale… il problema sono i regali da consegnare. Troppi, secondo il sindacato Uil, che solo per la città di Arezzo segnala almeno 2mila pacchi al giorno da smistare. Come si legge sul Corriere fiorentino il segretario Claudio Rogialli parla di una situazione davvero difficile: “Lo straordinario è divenuto ordinario. Solo grazie al sacrificio dei lavoratori e al loro attaccamento all’azienda riusciremo, pure stavolta, a smaltire le migliaia di pacchi arrivati negli uffici”. Ma come mai ci sono tutti questi pacchi da consegnare proprio ora? È uno degli effetti del cambiamento delle abitudini e dell’e-commerce. Ma non solo.

Poste italiane, infatti, ha fatto un accordo con Amazon per la consegna dei pacchi. E questo spiega tutto. In un periodo, come quello di Natale, in cui aumentano gli acquisti e i regali, grandi o piccoli, va da sé che ci sono più pacchi da consegnare. Bisognerebbe aumentare anche il numero di postini, tenendo conto che ci sono dei picchi stagionali in cui un “rinforzo” a tempo determinato può essere un vero e proprio toccasana.

Insomma, se vengono fatti tanti acquisti e sono richieste molte consegne significa anche che l’economia gira. Quindi, al di là della sofferenza dei postini, la notizia è positiva. Sicuramente fanno bene i lavoratori addetti alle consegne a far presente, attraverso le loro organizzazioni, le carenze di organico. Ma faremmo bene anche noi, forse, a non esagerare con gli acquisti online, continuando ad andare di persona nei negozi.

Autore

1 Comment

  1. antonio c. Reply

    come mai ci sono tutti questi pacchi da consegnare ?
    mah !? secondo voi ? strano ?
    troppi secondo la UIL ….
    bonpervòi che avete la uil ad asciugarvi il sudore.
    se l’economia gira è bene per tutti
    anche per i postini
    Svegliamoci e sganciamoci da questa mentalità retrograda che in Europa siamo gli ultimi degli ultimi.

Rispondi a antonio c. Cancella risposta