Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato il bilancio 2020, che ammonta a 11 miliardi di euro, di cui 9,5 vanno alla Sanità (sette per la spesa corrente). Compatta la maggioranza, che chiude così una polemica rovente esplosa negli ultimi giorni tra i renziani e il presidente Enrico Rossi, con il Pd a fare da paciere. Scampata la crisi (a pochi mesi dal voto per il centrosinistra sarebbe stato come scavarsi da solo la fossa) Rossi sottolinea che “sono raddoppiati gli investimenti nel triennio, passati da 230 a 470 milioni: mobilità, difesa del suolo ma anche conferme per cultura e sociale”: E aggiunge: “Riprenderanno le assunzioni in Regione. Per il presidente quello che è  stato fatto nelle ultime due legislature pone la Toscana tra le regioni più avanzate. Cita le “buone leggi di governo sul territorio, lo stop alla cementificazione e la legge sul paesaggio considerata la più avanzata. Se parliamo di asili nido – aggiunge – siamo ben collocati, delle questioni del lavoro non ce ne siamo mai persa una”. Il governatore è soddisfatto anche per l’ambiente e la ripresa: “Siamo pronti a presentare una piano Toscana 2030 a neutralità carbonica, per contrastare i cambiamenti climatici e l’aumento di Co2 in atmosfera”.

L’assessore al Bilancio Vittorio Bugli ricorda che la Toscana fa parte del quadrilatero che traina l’Italia, insieme a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. “Che siamo tra le Regioni traino lo dice l’Irpet e lo dicono tutte le ricerche a livello nazionale. Ci si accontenta di questo come se fosse una medaglietta? No, dobbiamo continuare a migliorarci, anche perché ancora non siamo in una fase di crescita per il Paese e per la Toscana”. E aggiunge: “Se restiamo agganciati al gruppo delle Regioni di testa del Paese, nonostante un Pil procapite di 31 mila euro l’anno contro i 38 mila della Lombardia, nonostante la più bassa densità di popolazione, nonostante che la metà della Toscana sia fatta di boschi e che le colline rendano più difficile oggettivamente i collegamenti e fare impresa, lo dobbiamo alle politiche che facciamo”.

Ma la situazione in Toscana è davvero così rose e fiore come la dipinge la maggioranza? Molto critico è il giudizio espresso da Forza Italia, come spiega il capogruppo Maurizio Marchetti: “Equilibrismi, iniziative puntuali forse frutto di sollecitazioni sparse e una complessiva evidente assenza di strategie d’insieme sui temi più critici per lo sviluppo del territorio. Così, con questo bilancio privo di guizzi di novità, Pd e sinistre di governo regionale procedono sostanzialmente a canone inverso rispetto ai bisogni della Toscana. La Toscana è in sostanziale stagnazione, tiene solo l’export, ma questo bilancio reca una serie di dati ben lontani dal ritratto che si vorrebbe tratteggiare di una regione che felix forse lo fu, ma oggi certo non lo è e questo stesso bilancio reca in consuntivo un disavanzo effettivo di oltre 2 miliardi”. Marchetti indica alcuni dati allarmanti: “Raddoppiano le persone in stato di povertà e raddoppiano circa anche i disoccupati, e i due dati non sono da tenere disgiunti, mentre il Pil pro capite crolla e l’indebitamento individuale anche per i nuovi nati si aggira sui 500 euro. È evidente che serve il coraggio per invertire questa tendenza che dimostra, siamo all’ultimo bilancio di legislatura, come le strategie del governo regionale di Pd e sinistre abbiano fallito”. Sulla Sanità l’esponente azzurro spiega che “esistono situazioni in abbandono inaccettabile. Penso alla necessità di implementare le quote sanitarie per gli accessi dei cittadini anziani e non autosufficienti nelle Residenze sanitarie assistenziali, con famiglie in stato di reale bisogno e sofferenza. Caso mai lasciamo perdere gli orti, voglio dire, e quei soldi concentriamoli su queste situazioni a cui è doveroso rispondere. E poi c’è il rapporto col privato. Voi saltate sulla sedia a sentir enunciare ‘prima gli italiani’, ma voi con le cliniche private avete esattamente fatto ‘prima i toscani’. Avete chiuso le frontiere del sistema sanitario regionale a cittadini di altre regioni che realmente pagano le tasse e però qui non possono più essere curati in convenzione, mentre vi preoccupate di estendere le coperture sanitarie a chi non ha né titolo né diritto. È un controsenso anche ideologico. Non sto poi a ricordare quanto un corretto rapporto col privato contribuirebbe all’abbattimento delle liste d’attesa su cui invece non siete mai riusciti a incidere”.

Sonora bocciatura anche dalla Lega: “Siamo fortunatamente giunti all’ultimo atto di una storia purtroppo nota ai toscani – si legge in una nota del gruppo – la decima ed ultima legislatura a guida Enrico Rossi. Un decennio iniziato con la speranza di fare uscire la Toscana dalla crisi e finito con la triste consapevolezza, almeno da parte nostra, che tale obiettivo non sia stato assolutamente raggiunto, con buona pace dei nostri corregionali. Basta l’impietosa fotografia dell’Irpet per evidenziare come le condizioni di vita dei toscani siano progressivamente peggiorate; aumenta la disoccupazione, vi è una palese contrazione del potere d’acquisto delle famiglie ed è in preoccupante crescita il numero dei poveri. Il volto della Toscana – precisa il gruppo della Lega – dopo le disastrose politiche di questi anni è oggettivamente drammatico, osservando come, ad esempio, nessuna opera infrastrutturale strategica sia stata effettivamente realizzata, la disoccupazione, come detto, sia statisticamente superiore a quella di dieci anni fa ed il complesso, quanto importante sistema dei servizi, dalla sanità al trasporto pubblico appaia nettamente peggiorato in termini di qualità. Non vi è stata, poi – sottolineano i consiglieri regionali leghisti – nessuna efficace risposta alla palese disgregazione sociale e deludenti si sono, altresì, rivelate le politiche sull’abitare, sui rifiuti, sull’acqua e sulla prevenzione all’amianto”.

“Un altro rapporto pubblicato da Unioncamere – aggiungono i consiglieri della Lega – dice che il nostro territorio si debba raffrontare, molto spesso, con regioni che appartengono alla Polonia, all’Ungheria ed addirittura alla Grecia, il che è ovviamente fonte di forte preoccupazione; noi, viceversa, auspichiamo una regione che si possa agganciare saldamente alle aree più ricche ed industrializzate d’Europa. Insomma – conclude il gruppo della Lega – sinceramente fare meglio dell’attuale maggioranza uscente(e non più rientrante)non sarà un grosso problema; confidiamo, infatti, che i cittadini toscani ci diano, per la prima volta, la possibilità di porre in atto una politica in aperta discontinuità rispetto a quella che ha rovinato per decenni la nostra splendida Toscana”.

“Il Movimento 5 Stelle detta la linea per la prossima legislatura – dichiara il capogruppo Giacomo Giannarelli – Ridefinire il modello di governance dei rifiuti e transizione energetica al 100% di energie rinnovabili. Sappiamo tutti – prosegue – che l’attuale governance dei rifiuti in Toscana ha portato solo a delle grandi inchieste, arresti e aumento dei costi per i cittadini. Occorre dire addio alle discariche ed agli inceneritori e sposare il pacchetto economia circolare che chiede l’Europa (entro il 2035 i rifiuti urbani conferiti non dovranno superare il 10 per cento del totale). Ogni anno la Toscana produce 2,3 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani e 9 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono prodotti ogni anno dai nostri distretti produttivi. Occorre anche prendere atto che in Toscana è fallita la raccolta differenziata che doveva essere organizzata dai sindaci: siamo appena sopra il 50%, con un misero +1% nel 2016. Quindi, di questo passo, per raggiungere l’obiettivo minimo del 65%, fissato dalla legge per il 2012, ci vorranno altri undici anni. Sulla gestione rifiuti dobbiamo poi superare i tre macro ambiti territoriali a favore di ambiti più piccoli, e togliere i conflitti di interesse, assicurando in particolar modo la separazione netta tra chi cura la raccolta dei rifiuti urbani e chi li smaltisce”.

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