Non sappiamo ancora come andrà a finire questa triste storia. Per ora sappiamo che i genitori dei tre bambini che scapparono da casa, ad Arezzo, stufi di subire botte e punizioni durissime, subiranno un processo. Lo ha chiesto il gip di Arezzo, stabilendo che mamma e papà dei tre bimbi, una coppia di nigeriani, vengano giudicati per maltrattamenti e lesioni. I fatti risalgono al 2018. Il bimbo più grande, dieci anni, un giorno si fece coraggio e decise di scappare, portando con sé i due fratellini più piccoli.

Alle forze dell’ordine i bimbi raccontarono quello che erano costretti a subire ogni giorno: oltre a essere picchiati dovevano reggere per ore degli oggetti molto pesanti e certe volte venivano rinchiusi in una stanza buia o costretti a inginocchiarsi con le mani protese in avanti.. Entrambi i genitori erano violenti. Ora i bimbi vivono in una comunità protetta, come deciso dal Tribunale dei minori di Firenze.

La famiglia, con regolare permesso di soggiorno, viveva a Saione, quartiere di Arezzo con un forte tasso di immigrazione. Il padre fa l’operaio, la mamma è casalinga. L’uomo è violento, a volte usa il bastone, una volta anche il coltello, per minacciare i bimbi (come da loro raccontato). La fuga per la libertà viene decisa e pianificata dal bambino più grande. Un giorno prende i fratellini per mano e li porta a scuola, dove chiede aiuto ad una persona di fiducia, a cui aveva già confidato gli episodi di violenza. Interviene la polizia (le indagini erano già in corso dopo le prime rivelazioni). I bimbi vengono portati in una casa-famiglia. La giustizia inizia il proprio corso.

Ovviamente nessuno può essere considerato colpevole prima di un regolare processo. Ma quei ragazzini, disperati, non ce la facevano più ed hanno chiesto aiuto. Ai giudici il compito di accertare i fatti punendo, eventualmente, i colpevoli. Al mondo dei grandi, attraverso le sue complicate regole, l’onere di restituire un po’ di serenità a quei tre bambini che chiedono solo una vita normale.

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