Cinquant’anni fa a Pisa si iniziò a studiare l’informatica. Oggi la città della Torre e di Galileo Galilei continua a fare scuola di alta tecnologia nel mondo. Questo ennesimo successo lo si deve ad una piccola società, Alkedo Produzioni srl, che forte di un team di ricercatori e tecnici, ed esperti in regia cinetelevisiva, formatisi nelle strutture universitarie del territorio, e provenienti dai vari centri di ricerca pubblici e privati, ha portato alla ribalta internazionale un’avveniristica tecnica di comunicazione visiva. Un’avventura lunga poco più di un anno e guidata da Sergio Piane, general manager di Alkedo Produzioni, a cui chiediamo di raccontarci questa impresa: l’ologramma di Gianna Nannini che, da Berlino, è improvvisamente apparso nello studio di XFactor, a Monza. Prima esperienza del genere in Europa.

Come ci siete riusciti?
Quello che avete visto nella trasmissione di XFactor non è una semplice proiezione olografica ma è un esperimento di telepresenza in realtime. La differenza con un semplice ologramma è che la persona ologrammata interagisce con il pubblico e l’ambiente, in tempo reale, come se fosse realmente presente.

Questa tecnologia a cosa può portare?
Precisiamo intanto che occorre la convergenza di più tecnologie e di diversi soggetti che devono collaborare: da un lato c’è la necessità di avere una connettività in grado di ridurre il più possibile la latenza. Per capirci meglio stiamo parlando di quel ritardo che siamo abituati a vedere nei collegamenti televisivi in esterno. I nostri ologrammi per poter interagire con l’ambiente vengono trasmessi con una latenza che va abbondantemente sotto il secondo. Nel caso degli ologrammi realizzati nelle varie puntate di XFactor, questo stato reso possibile dal “5G” e dalla lungimiranza e dalla capacità di scommettere da Vodafone Italia che ci aveva contattato e scelti dopo aver valutato le diverse tecnologie olografiche. Oltre alla connettività occorre poi individuare i protocolli di trasmissione e in questo caso, per la migliore riuscita, è stato fondamentale l’intervento di una multinazionale come Altran. Infine occorre realizzare la proiezione olografica, affidata ad Alkedo Produzioni che ha messo in campo una tecnologia innovativa in grado di ottimizzare costi e tempi di un ologramma, riducendone anche l’invasività.

Sergio Piane

Oltre allo spettacolo questa tecnologia in quale altri campi potrà essere utilizzata?
I settori d’applicazione sono innumerevoli, penso ad esempio alla congressistica, alla formazione a distanza, dove sarà possibile interagire con gli ologrammi di relatori e docenti che siano fisicamente in altre parti del mondo. Stiamo, a proposito, progettando un tavolo da riunioni olografico che consentirà di partecipare ai lavori attraverso il proprio ologramma, in telepresenza. Ma penso inoltre al settore della moda e degli allestimenti di sfilate, alle scenografie teatrali, soprattutto nella lirica, fino alle grandi manifestazioni fieristiche ed espositive.

Immagino quanto siano elevati i costi di queste tecnologie…
Questa è una delle domande che ci rivolgono più frequentemente. La risposta è che, come per tutte le cose, esistono differenti qualità e tipologie di ologrammi. Se qualcuno vi chiede quanto costa un vestito, o quanto costa un mobile, voi rispondete “dipende!” Noi siamo in grado di realizzare ologrammi per tutte le fasce di prezzo e per tutte le necessità. Possiamo realizzare vetrine olografiche per negozi, creare box olografici di piccole dimensioni, fino ad arrivare a gadget olografici che non superano il costo di 10 euro. È ovvio che un grande allestimento teatrale, o fieristico, ha costi più elevati non però superiori alle tradizionali scenografie. Va poi considerato che nell’ambito teatrale, una scenografia olografica consente un sostanziale risparmio, nelle repliche e bei trasferimenti da un teatro all’altro.

Dal vostro slogan (“Trasformiamo tradizione e storia in innovazione”) si intuisce che vorreste diventare protagonisti nel cambiamento di molte cose e servizi in questo secolo. Come ci riuscirete?
Come stiamo facendo, per esempio con gli ologrammi ma anche con la Realtà Virtuale. Tecnologie che sono una riscoperta dell’antico. Nessuno ha inventato niente di nuovo. Le proiezioni olografiche se pur  rudimentali ancora in oggi in uso (fantasma di Peppers) erano utilizzate dagli illusionisti dell’800 e la Piramide Olografica era già stata disegnata da un alchimista alla fine del ‘500. La realtà virtuale è la riproposizione moderna degli stereogrammi di gran moda alla fine dell’800.

Foto: Ufficio stampa

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