“Ho visto dati strabilianti – dice Matteo Salvini ospite a Quarta Repubblica (Rete 4) – la Lega sarebbe il primo partito anche in Toscana, nella regione di Renzi. Il candidato toscano lo sceglieranno i toscani, io ho solo espresso il desiderio che sia un amministratore locale”. L’ottimismo di Salvini, fondato o no che sia, spaventa il centrosinistra, preoccupato come non mai di conservare il potere in Toscana. Per questo, con il candidato alla presidenza, Eugenio Giani, che ancora non piace a tutta la coalizione (con il forte rischio di una pericolosa dispersione di voti), e il M5S che si presenterà con un proprio candidato (la desistenza è stata esclusa), al centrosinistra non resta che un escamotage: provare a convincere gli elettori pentastellati a optare per il voto disgiunto, mettendo una croce sul simbolo M5S e, un’altra sul candidato alla presidenza del centrosinistra. Il primo a lanciare l’idea è stato Stefano Bonaccini, che vuol conservare la poltrona di presidente dell’Emilia Romagna. Senza troppi peli sulla lingua l’ha detto in modo diretto: “Chiederemo a tutti, anche chi ha votato Lega, di riflettere e scegliere con attenzione. Con una croce si vota una lista, però ci sono due progetti di Regione e due candidati presidenti, si può scegliere. C’è la possibilità del voto disgiunto e vedo già con sorpresa che in diversi dichiarano di volerlo praticare”. Sicuramente è complessa come operazione politica: perché non è facile fare campagna elettorale per prendere voti e, dall’altro lato, suggerire a mezza voce ai propri elettori e simpatizzanti che il candidato da scegliere per la presidenza è un altro, quello proposto dalla sinistra. Molti a quel punto si potrebbero chiedere: perché non vi alleate?

La sfida si giocherà intorno alla fatidica soglia del 40%. Se il centrosinistra riuscirà a raggranellare qualche voto in più tramite il voto disgiunto potrebbe riuscire a superare la soglia ed evitare il ballottaggio. A quel punto, vista l’alleanza già esistente a livello nazionale, potrebbe spuntare un accordo anche in vista del secondo turno per dare un governo giallorosso anche alla regione. Ovviamente si tratta solo di uno scenario possibile. Le parole di Giacomo Giannarelli, capogruppo M5S in Regione Toscana, fanno riflettere: “Presenteremo la nostra lista, se poi a livello territoriale ci fossero singoli esponenti che volessero valutare questa possibilità, è una possibilità che esiste”. E aggiunge: “Io stesso da candidato governatore 5 Stelle cinque anni fa potei godere di molti voti disgiunti”. Sembra voler dire: se è già accaduto una volta, potrebbe succedere di nuovo.

Le forze di centrosinistra intanto continuano a discutere, cercando di superare le divergenze e fare fronte comune contro il centrodestra a trazione leghista. A proposito, chi sarà il candidato del centrodestra in Toscana? Prima del nome bisogna chiedersi di chi sarà espressione. Va avanti il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia. La decisione dipenderà anche da come verrà chiuso l’accordo nazionale tra Salvini, Berlusconi e Meloni per le altre regioni in cui si vota. Tornando sui nomi, continuano a girare quelli dei sindaci di Grosseto (Antonfrancesco Vivarelli Colonna) e Pistoia (Alessandro Tommasi), oltre a quello dell’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi. Altri candidati possibili: Giovanni Donzelli (parlamentare FdI) e Paolo Marcheschi (consigliere regionale FdI).

 

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